Intervista all'ex ministro degli Esteri che ammonisce: "L'Europa deve ricordarsi e mettere in pratica il principio che proteggere i rifugiati è un obbligo internazionale"

 "Chiudere i confini per bloccare l'arrivo di rifugiati? O l'Europa torna in sé o  la disgregazione europea, a partire da Schengen, è veramente alle porte".

Parola di Emma Bonino, classe 1948,  Entra in politica nel 1975 e l'anno dopo viene eletta alla Camera nelle liste del Partito Radicale. Nel 1979 va al Parlamento europeo. È stata Commissario Ue e Ministro della Repubblica italiana  La storica esponente radicale, intervistata da LaPresse, è stata nelle zone della Turchia al confine con la Siria, dove ci sono i campi profughi. E sostiene che l'Immigrazione di massa è un fenomeno destinato a rimanere con noi al di la delle guerre. Guerre come quelle nella Siria, distrutta. Bonino ha toccato con mano il fatto che chi fugge dai conflitti per un pò cerca di restare vicino a casa in Giordania, Libano, Turchia, nella speranza di poter tornare, ma "quando dopo 4/5 anni perde questa speranza non c'è piu' muro che tenga".

L'ex ministro degli Esteri Bonino parla di milioni di rifugiati e – sottolinea- "non di migranti economici, ma rifugiati che vengono da Iraq, Afghanistan, Siria, Eritrea". L'Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ) ha detto che sono 60 milioni nel mondo gli sfollati erichiedenti asilo, gli apolidi per causa di forza maggiore e i sopravvissuti in fuga. "E per quanto riguarda il movimento africano solo uno su dieci bussa alle porte dell'Europa. – ha già fatto notare Bonino – Alla fine della seconda guerra mondiale i profughi furono 15 milioni nel mondo".

Bonino chiama in causa la responsabilità del continente europeo, "il  piu ricco al mondo, con 500 milioni di abitanti in declino demografico, un continente che – ha ricordato più volte – non riesce ad affrontare un problema che riguarda un milione di persone".

Crescono le tensioni ai confini fra Grecia e Macedonia per l'emergenza immigrazione. Ora l'Europa  e il governo italiano cosa devono fare? E quali sono stati gli errori compiuti in passato?  
L'Europa deve ricordarsi e mettere in pratica il principio che proteggere i rifugiati è un obbligo internazionale, previsto dalle convenzioni, che peraltro noi stessi europei abbiamo voluto alla fine della seconda guerra mondiale.
Tutto questo l'Europa lo ha dimenticato e non ha neanche capito che il fenomeno stava arrivando sotto i nostri occhi. Poco abbiamo fatto. L'Europa si è invece poi orientata a mettere fili spinati e alla chiusura delle frontiere. Io penso sia una vergogna, una violazione drammatica del diritto internazionale che fa perdere credibilità all'Europa in tutti i suoi rapporti internazionali.

Di politica di integrazione, intesa come diritti e doveri di chi viene nei Paesi Europei, se ne parla abbastanza?  
Mi rendo ben conto che  l'integrazione e' certamente un problema complesso e difficile, ma non e' alzando muri che si risolve il problema.

Quale è la prospettiva europea di fronte ai flussi migratori. Come se ne esce?  
Non si risolve il problema chiudendo i confini. Mi auguro che -ancorché in ritardo -l'Europa ritrovi il senso di sé, ma non sono cosi sicura che succeda.

E se non accadrà  a cosa andiamo incontro noi europei e italiani?  
Molto più che la crisi dell'euro questa crisi dei rifugiati rischia di fare saltare l'Europa e sarebbe catastrofico Ripeto l'idea di chiudere le frontiere- a parte i costi economici valutati in 10 miliardi – non risolverà sicuramente il problema.

La Merkel in Germania, che difende l'idea di accogliere i profughi, é isolata in Europa?  
Mi sembra che la deriva nazionalista e razzista stia prendendo molto piede, con l'unica eccezione della cancelliera Merkel, appunto, e anche con quella dell'orgoglio italiano che, con mille nostre carenze, ha comunque salvato centinaia di migliaia di vite umane. Dobbiamo ringraziare la guardia costiera e tutte le organizzazioni private che si sono date da fare.

Il governo Renzi come si sta comportando?  
Da Mare Nostrum in poi abbiamo l'orgoglio di avere salvato centinaia di migliaia di persone, anche se siamo più deficitari sulla parte della accoglienza. Anche la Grecia lo fa, Paese già disastro, che si trova in una zona geografica con confini particolarmente difficili da controllare.
 

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