Il leader di Liberi e Uguali: "Ci sono le condizioni per una svolta a sinistra". I centristi chiedono chiarezza al Pd

Dopo aver ricevuto il mandato a trattare, Pietro Grasso 'chiude' la partita sul Lazio: Liberi e Uguali alle prossime elezioni regionali sosterrà il candidato Pd Nicola Zingaretti. "Ci sono le condizioni per una svolta a sinistra", sottolinea il leader della sinistra dopo aver chiesto e ottenuto "signiticativi punti di discontinuita" – assicurano i suoi – in tema di sanità, mobilità, ambiente, gestione dei rifiuti, lavoro".

Zingaretti esulta: "Sono molto contento per la scelta di Liberi e Uguali. Un importante fatto politico che arricchisce il profilo del nuovo centrosinistra regionale che stiamo costruendo – commenta confermando di aver trovato una quadra sul programma -. Dopo i tavoli e i gazebo del Pd di questi giorni e il lancio della Lista Civica di oggi, l'annuncio di Pietro Grasso rafforza la credibilità di vittoria per il 4 marzo".

A non gradire il comportamento dei dem è invece Civica popolare che con Lorenzo Dellai definisce "surreale" quanto si va prefigurando nel Lazio e arriva a mettere a rischio l'accordo in via di definizione per le politiche: "Un soggetto politico, Civica popolare, che già ha espresso il suo orientamento a costruire un'alleanza con il Pd per le elezioni nazionali, contro la destra e il populismo grillino ed in coerenza con il sostegno al Governo Gentiloni, pare sia oggetto dichiarato di veto politico da parte di LeU. E non risulta che Zingaretti abbia sollevato obiezioni al riguardo", dice. Di più. "A questo punto, sorgono per noi pesanti ed insuperabili questioni politiche", sottolinea ribadendo che quella guidata da Beatrice Lorenzin non rappresenta "affatto in una lista civetta 'à la carte'". I centristi attendono quindi "un segnale di chiarezza" dal Pd, "solo dopo il quale – scandisce Dellai che parla a nome di tutto il gruppo – sarà per noi possibile assumere le nostre decisioni politiche in Lazio e non solo". Dai dem, in ogni caso, trapela ottimismo. "Nessun rischio" di perdere per strada l'alleato centrista, "si risolve tutto", dice chi lavora alla trattativa in corso.

Soddisfazione, invece, in casa LeU, dove si tende ad archiviare come "superata" "l'incomprensione" – così viene definita – nata tra Grasso e Laura Boldrini dopo il "decido io" del leader riguardo una possibile alleanza con il M5s. "Siamo un soggetto pluralistico, è corretto che ognuno dica la propria opinione", placa la polemica il presidente del Senato che rivendica per sé solo "la responsabilità finale di portare a sintesi le idee pliralistiche di un progetto politico". La presidente della Camera accetta la 'riformulazione' del leader. "Ha fatto bene a sottolineare il carattere pluralistico della nostra formazione. Sarebbe del resto paradossale – sottolinea però – se LeU volesse riprodurre quelle forme di gestione personalistica che critichiamo in altre forze politiche".

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