Il binomio Hamilton-Mercedes si è rivelato ancora più forte del Cavallino Rampante

L'esordio col botto in primavera, il sogno a lungo cullato in estate, il brusco risveglio in autunno. La Ferrari rinvia ancora l'appuntamento con il titolo mondale che manca dal 2007 (quello costruttori dal 2008) al termine di una stagione nata sotto i migliori auspici e conclusa in tono dimesso.

Il binomio Hamilton-Mercedes si è rivelato ancora più forte del Cavallino Rampante, che proprio nel momento clou dell'anno si è ritrovato a zoppicare, tradito in parte da fattori esterni, in parte dai propri piloti e in parte da problemi d'affidabilità, uno dei punti di forza della 'rossa' nella prima metà del 2017. Rispetto all'annata precedente però, quando la scuderia di Maranello era rimasta a guardare da lontano impotente il duello interno in casa Mercedes tra Rosberg ed Hamilton, la Ferrari ha cambiato registro, dando vita a un appassionante duello per la corona iridata con attori protagonisti del calibro di Lewis Hamilton e Sebastian Vettel.

Piloti tanto diversi fuori dal circus ma accomunati da un incredibile talento quando si tratta di spingere il piede sull'acceleratore. Il rinnovamento voluto fortemente dal presidente Sergio Marchionne con la promozione di Mattia Binotto come direttore tecnico e un progetto tutto italiano portato avanti da tecnici formatisi a Maranello – sotto la supervisione del team principal Maurizio Arrivabene – ha dato quindi i suoi frutti: il Cavallino Rampante è arrivato quasi a colmare il gap con le Frecce d'Argento.

In quel quasi però c'è tutto il talento di Lewis Hamilton, che nel duello a distanza con Vettel ha alzato ancora i propri standard già elevatissimi guidando in maniera sublime, soprattutto nella seconda parte di stagione, e regalando così alla Mercedes il quarto titolo mondiale consecutivo. Chiamata a invertire la rotta dopo un 2016 incolore, l'esordio stagionale sorride alla scuderia di Maranello. Vettel infatti trionfa in Australia interrompendo un digiuno di vittorie che durava da Singapore 2015. A Shanghai Hamilton ristabilisce subito la superiorità Mercedes, ma la Ferrari continua a dare segnali incoraggianti con Seb che si inserisce tra le due Frecce d'Argento chiudendo secondo davanti a Bottas. E' in Bahrain però che la 'rossa' dimostra davvero di essere tornata.

Su un circuito normale e non anomalo come quello cittadino di Melbourne, Vettel ottiene la seconda vittorie in tre gare precedendo Hamilton e Bottas, con Raikkonen ai piedi del podio. In Russia Bottas vola e ottiene la prima vittoria in carriera in Formula 1. Hamilton fatica e chiude quarto, dietro alle due Ferrari. Al Montmelò dopo quattro gare il primo vero duello in pista ruota a ruota tra Hamilton e Vettel premia il britannico, che trionfa davanti al rivale pareggiando il conto delle vittorie. Nel Principato di Monaco nel gran premio successivo una Ferrari 'regale' piazza la doppietta Vettel-Raikkonen. Ricciardo completa il podio, Hamilton deve accontentarsi del settimo posto al termine di un weekend complicato.

La fuga di Vettel in classifica dura però giusto due settimane: in Canada il tedesco finisce ai piedi del podio, mentre la Mercedes torna a dettar legge con Hamilton e Bottas ai primi due posti. In Azerbaigian prime vere scaramucce tra i due contendenti per il trono mondiale: in regime di safety car il tedesco tampona Hamilton, reo di aver frenato eccessivamente prima della ripartenza, e – indispettito – gli rifila una ruotata. L'ex Red Bull viene penalizzato di 10" dai commissari, ma poco dopo anche l'inglese è costretto a fermarsi ai box per un problema alla protezione del casco. Risultato: Vettel taglia il traguardo al quarto posto, proprio davanti a Hamilton.

Ad approfittare della bagarre tra i due rivali è Daniel Ricciardo, al primo successo stagionale. In Austria il pilota della Mercedes è costretto a inseguire per la sostituzione del cambio e si ferma al quarto posto dopo esser scattato dall'ottava posizione. Vettel si piazza secondo dietro a Bottas e sale a +20 in classifica. La settimana dopo però in Gran Bretagna weekend da incubo per la Ferrari e vantaggio praticamente azzerato: Hamilton domina nella gara di casa, Vettel condizionato da problemi alle gomme è costretto a fermarsi per una sosta extra ai box a due giri dalla fine e non va oltre il settimo posto, mantenendo appena un punto di margine su Hamilton. In Ungheria, prima della sosta estiva, nuovo sussulto d'orgoglio della Ferrari: doppietta della Rossa all'Hungaroring con Raikkonen a fare da scudiero a Vettel, proteggendolo dal ritorno delle Mercedes di Bottas ed Hamilton. Al rientro a fine agosto però la Mercedes cambia decisamente marcia.

A Spa la Ferrari limita i danni con il secondo posto di Vettel dietro a Hamilton. Nella gara successiva, nella corsa di casa per la scuderia di Maranello, il britannico si conferma vincendo a Monza davanti al compagno di squadra e allo stesso Vettel, mai davvero in grado però di lottare per la vittoria, per una doppietta delle Frecce d'Argento molto pesante sulle ambizioni iridate della 'rossa'. La svolta della stagione arriva però a Singapore: dopo un sabato da leoni con la pole position conquistata da Vettel e Raikkonen quarto (ma davanti a una Mercedes in difficoltà), la partenza a Marina Bay in quella che poteva essere la gara da cui ripartire per la rimonta si trasforma in un incubo per tutti i ferraristi.

Il contatto al via tra i due piloti del Cavallino Rampante, in un incidente che ha coinvolto anche Max Verstappen suscitando molte polemiche, spiana la strada ad Hamilton, che vince una gara che si annunciava in salita e allunga portandosi a +28 sul tedesco. Il britannico incrementa il proprio vantaggio anche a Sepang. Il pilota della Ferrari, costretto a scattare dall'ultima fila per un problema al turbo, risale fino al quarto posto grazie a un'incredibile rimonta. Il successo va a Verstappen, proprio davanti al campione della Mercedes che sale a +34. La parola fine sulle residue speranze di titolo della Ferrari viene scritta però in Giappone: una candela difettosa costa il ritiro a Sebastian Vettel, Hamilton vince ancora e si invola verso il quarto titolo mondiale, balzando a +59. L'inglese trionfa anche ad Austin ma è costretto a rinviare la festa a causa del secondo posto del tedesco. Fino all'epilogo finale, in Messico, in un tripudio di folla ai suoi piedi. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata