Con un successo i giallorossi avrebbero la certezza della qualificazione senza dover guardare il risultato tra Chelsea e Atletico Madrid

Dopo aver fallito il primo match ball a Madrid la Roma va a caccia del pass per gli ottavi di finale di Champions League affrontando tra le mura amiche il Qarabag nell'ultima giornata della fase a gironi. Con un successo i giallorossi avrebbero la certezza aritmetica della qualificazione senza dover guardare il risultato di Stamford Bridge tra Chelsea e Atletico Madrid, con i colchoneros costretti a vincere per sperare.

Eusebio Di Francesco però nella conferenza stampa della vigilia non vuole sentir parlare di calcoli. "Siamo concentrati su questa gara e sulle nostre forze. Il destino passa da noi, l'obiettivo in questo momento è vincere domani sera e andare agli ottavi – ha sottolineato l'allenatore della Roma – E' una partita che va aggredita dall'inizio con la mentalità che ci ha accompagnato fino ad ora. Cercheremo di non far respirare il Qarabag".

Per la partita di martedì sera Di Francesco potrà contare anche sui rientri di Perotti e Nainggolan, assenti venerdì contro la Spal. "Saranno entrambi convocati e a disposizione, e di questo sono molto felice", ha annunciato l'ex tecnico del Sassuolo, che dovrebbe contare anche su Aleksandar Kolarov. "Oggi lo valutiamo, farà l'ultimo allenamento. Era uscito un po' affaticato con la Spal – ha rivelato – ma credo che quasi sicuramente sarà della partita". La posta in palio è troppo importante infatti per rinunciare a un giocatore chiave come il serbo. "Questo passaggio darebbe ancora più forza al lavoro che stiamo facendo, però aspettiamo", ha sentenziato Di Francesco indossando i panni del pompiere. "Il Qarabag è un avversario da prendere con le molle, ci vuole grande rispetto ma se giochiamo al massimo della nostra forza sappiamo che possiamo prevalere", ha aggiunto l'allenatore dei giallorossi, che riprendendo il sentiero tracciato da Luciano Spalletti non si è sottratto dal rispondere a Maurizio Sarri e al presunto "altro sport" che giocherebbe l'Inter non essendo impegna in coppa. "Sono felicissimo di lavorare un po' meno sui miei concetti ma di giocare di più", ha ammesso Di Francesco. "Ognuno di noi vorrebbe giocare in Champions e andare avanti, io non mi pongo questo problema – ha aggiunto – Cerco di ottimizzare gli allenamenti, ho il desiderio di continuare a giocare ogni tre giorni sapendo che ci può togliere qualcosa ma al tempo stesso dare grandi soddisfazioni".

E' invece desideroso più che mai di tornare in campo, a maggior ragione dopo l'ingenuità commessa a Genova, Daniele De Rossi. Inevitabile che la prima domanda sia proprio sullo schiaffo a Lapadula e la conseguente espulsione. "Ho chiesto scusa, di più non posso fare – ha evidenziato il centrocampista – Se potessi tornare indietro lo farei volentieri ma così è, l'unica cosa che posso fare è concentrarmi sulle prossime partite come ho sempre fatto. La prossima è molto importante. E pensare a quanto è successo a Genova di sicuro non mi aiuterà e non aiuterà i miei compagni". La testa è rivolta completamente all'impegno di Champions, ritenuto "un passaggio fondamentale per la nostra dimensione europea, non mi ricordo sia mai capitato di passare un girone del genere, di grande spessore – ha sottolineato – Sarebbe una bella immagine da esportare in Europa". Il capitano dei giallorossi ha paragonato il match con gli azeri a una sfida di cartello in campionato. "Non si prepara diversamente da un derby o da un Roma-Juve o Roma-Milan, bisogna vincere e aggredirli – ha sentenziato De Rossi riprendendo le parole del suo tecnico – Non dobbiamo preparare una partita di contropiede, una di attesa o una offensiva. Bene o male siamo quelli e credo sia uno dei nostri punti di forza in questa stagione".

Poi è arrivata una 'carezza' a Di Francesco e una stilettata al suo predecessore Luciano Spalletti. "Ha fatto qualche casino l'anno scorso, c'era un clima particolare con Francesco (Totti, ndr) e di quello ne abbiamo risentito un po' tutti", ha ricordato la bandiera giallorossa. "I primi sei mesi sono i migliori che abbia fatto un allenatore a Roma, anche lo Spalletti 'bis' non aveva fatto così bene – ha sottolineato tornando a parlare dell'ottimo avvio dell'attuale allenatore – Purtroppo abbiamo davanti squadre che hanno vinto tutte le partite, se fossimo partiti così l'anno scorso avremmo forse vissuto i primi sei mesi da capolista". Il sogno nel cassetto rimane però sempre lo scudetto. "Dire 'smetto finché non vinciamo lo scudetto' sarebbe da folli. Spero di vincerlo il più presto possibile, se vedessi che non ci fosse proprio possibilità avrei già smesso e sarei a fare un'altra esperienza – ha raccontato De Rossi – Invece secondo me non è una cosa impossibile che succeda". Prima però c'è un ottavo di finale da conquistare.

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