di Paola Benedetta Manca

Torino, 7 ago. (LaPresse) – Ha governato Bologna per 13 anni, dal 1970 al 1983. Renato Zangheri, morto a Imola all’età di 90 anni, fu uno dei sindaci più amati nel capoluogo felsineo e uno dei più noti a livello nazionale per i traguardi sociali e democratici che, sotto la sua guida, raggiunse la città.

Riuscì a tenere unita e infondere speranza alla città nel terribile anno 1980, all’indomani della strage di matrice terroristica più sanguinosa della storia della Repubblica italiana, quella del 2 agosto alla stazione di Bologna. Nella memoria dei cittadini resta indelebile il ricordo del suo forte e lucido discorso sul terrorismo dal palco, al fianco dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, davanti a una Bologna annichilita. Zangheri aveva già affrontato, nel 1974, la strage dell’Italicus a San Benedetto Val di Sambro (Bologna)e, sempre nell’estate del 1980 (27 giugno), il disastro di Ustica.

Zangheri fu anche l’uomo che riconciliò Bologna con il movimento studentesco, dopo la morte l’11 marzo del 1977 di Francesco Lorusso, studente di Medicina ucciso dalle forze dell’ordine durante una contestazione studentesca. Un episodio che diede origine a gravi scontri di piazza nei giorni successivi. Nel settembre del 1977, il movimento giovanile si era dato appuntamento proprio nella città ‘rossa’ simbolo del Pci per un ‘Convegno contro la repressione’. Migliaia di giovani erano attesi da tutta Italia. Una situazione potenzialmente esplosiva che Zangheri disinnescò aprendo la città ai ragazzi arrabbiati e facendo aprire le sezioni del Pci“. All’epoca i contestatori lo chiamavano ironicamente ‘Zangherì-Zangherà’ e con questo stesso nome, oggi, lo ricordano con affetto sui social network i vecchi rivoluzionari emiliani.

Zangheri fu uno dei primi a fare di Bologna un esempio di ‘buona amministrazione’ delle città ‘rosse’. Fu il primo assessore alla Cultura di una città italiana, negli anni ’60, quando ancora era considerato un settore di serie B, un assessorato che Zangheri riuscì a trasformare in un volano per la conquista di diritti sociali. Fu lui, ad esempio, che firmò da sindaco una convenzione con l’Arcigay, cedendogli uno spazio del Comune, ‘il Cassero’, che tuttora utilizza. Fu la prima associazione omosessuale ad avere, in Italia, un dialogo con un’istituzione pubblica e oggi ha inviato un messaggio di cordoglio per la morte dell’ex sindaco.

Il sindaco degli anni delle stragi oggi, per un giorno, ha ricompattato la sinistra. Manifestazioni di cordoglio sono arrivate da tutte le componenti del Pd. “Salutiamo con tristezza un uomo di una classe inimitabile” ha commenatto l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani. Virginio Merola, sindaco di Bologna renziano, in corsa per il secondo mandato, lo ha ricordato così: “Rappresentò una città ferita e capace immediatamente di reazione, civile nei soccorsi, ferma nella richiesta di giustizia”. “Anche nei momenti più difficili del suo mandato di sindaco – ha dichiarato Massimo Mezzetti, assessore vendoliano della Regione Emilia-Romagna – è riuscito a rendere Bologna e l’Emilia Romagna esempi di civiltà e dignità”. Anche il sindacato più agguerrito nei confronti del Pd, la Fiom-Cgil ha voluto ricordarlo e perfino il M5S.

Riminese di nascita, Renato Zangheri si è laureato all’Alma Mater, poi ne è diventato docente Fin dal 1956 è stato fra i più stretti collaboratori prima del sindaco Giuseppe Dozza poi di Guido Fanti. Ha concluso la sua carriera politica in Parlamento, come deputato del Pci, per il quale – dal 1986 al 1990 – è stato capogruppo alla Camera, succedendo a Giorgio Napolitano, suo coetaneo e amico che ha incontrato spesso durante le visite dell’ex Presidente a Bologna.”Zangheri si è guadagnato un posto d’onore nella storia – ha detto oggi Napolitano – e resta per sempre nel ricordo affettuoso di quanti come me gli sono stati legati da una intensa amicizia personale e da una autentica comunanza ideale e morale”.

In questi ultimi anni, Zangheri aveva aderito prima al Pds poi al Pd. Le esequie si svolgeranno domani, sabato 8 agosto. Sarà allestita una camera ardente, dalle 12 alle 17, a Palazzo d’Accursio, la residenza comunale. Tantissimi gli attestati di stima e cordoglio provenienti da tutto il mondo della politica e della cultura.

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