Il repubblicano era uan figura contestata per le accuse di aver molestato delle adolescenti quando aveva 30 anni

Duro colpo per Donald Trump in Alabama. Nello Stato storicamente conservatore, il candidato democratico Doug Jones ha battuto il repubblicano Roy Moore – per il quale Trump aveva espresso il suo sostegno ma sul quale pesavano accuse di molestie sessuali – nella corsa per il seggio in Senato lasciato vacante da Jeff Sessions quando è stato nominato ministro della Giustizia.

Da 27 anni un democratico non otteneva un posto in Senato per l'Alabama: l'ultima volta risale infatti al 1990, quando fu eletto Howell Heflin. E la storica vittoria dem restringe la maggioranza Gop al Senato: i repubblicani avranno adesso 51 seggi contro i 49 dei democratici, una superiorità di soli due voti che mette in pericolo l'agenda di Trump, rendendo più vicina per i democratici la possibilità di riprendere il controllo del Senato nelle elezioni di midterm in programma per il 2018.

Jones dovrebbe insediarsi a gennaio, dopo che i risultati verranno certificati: la sua elezione non avrà dunque effetto sui voti attualmente pendenti in Congresso su riforma fiscale e finanziamento del governo. L'elettorato afro-americano ha avuto un ruolo fondamentale.

Secondo alcuni exit poll, ha costituito circa il 30% dei votanti. I democratici hanno cercato appoggio nelle città, in genere più progressiste rispetto alle aree rurali, nonché nei sobborghi urbani con elettori repubblicani moderati e nella cosiddetta 'cintura nera' dell'Alabama, una regione agricola di piantagioni di cotone popolata soprattutto da afro-americani. È qui che Charles Barkley, ex stella del basket Nba, si è impegnato per la campagna elettorale.

Trump ha riconosciuto la vittoria democratica su Twitter: "Congratulazioni a Doug Jones per questa vittoria combattuta in modo duro. Il popolo dell'Alabama è grande e i repubblicani avranno un'altra possibilità per questo seggio molto presto. Non finisce mai!", ha scritto. Chi invece non ha ammesso la sconfitta è il diretto interessato Roy Moore, il quale parlando ai suoi sostenitori ha dichiarato che potrebbe scattare il riconteggio in caso di un margine di vantaggio entro lo 0,5%. Con il 99% dei voti, conteggiati, Jones era in vantaggio dell'1,5% su Moore.

Moore, 70 anni, cristiano, è stato accusato da otto donne di abusi sessuali, che sarebbero stati commessi negli anni '70, quando alcune di loro erano minorenni e lui aveva circa 30 anni. Accuse che sono giunte nel pieno dell'ondata di denunce da parte di donne contro uomini potenti per abusi subiti, dopo l'esplodere dello scandalo che ha travolto il produttore di Hollywood Harvey Weinstein. Pur non recandosi personalmente in Alabama, Trump si è schierato a favore di Moore sia sui social sia con telefonate continue, come l'ex presidente Barack Obama ha fatto al contrario in favore del candidato democratico Jones.

Chi invece si è schierato con il candidato repubblicano andando anche in Alabama è stato Steve Bannon, ex capo stratega della Casa Bianca, noto per le sue posizioni reazionarie, che è comparso in due comizi con Moore. Il democratico Jones dal canto suo, 63 anni, ex procuratore federale, ha incentrato la sua campagna elettorale sulla decenza, presentando il voto come un referendum sul decoro. Lui, che da procuratore ha perseguito membri del Ku Klux Klan per l'attacco del 1963 a una chiesa di Birmingham in cui furono uccise quattro bambine, ha sostenuto apertamente il diritto all'aborto e l'opposizione all'abrogazione dell'Obamacare. Parlando ai sostenitori ha dichiarato: "Abbiamo dimostrato al Paese in modo in cui possiamo essere uniti". 

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