“Qualcuno diceva che è bello vivere durante la fase di crescita di un impero, ma è brutto viverne la fine. Noi stiamo vivendo nel cortile di un impero che muore“. Così Jorge Coulon, storico fondatore degli Inti Illimani, descrivendo la sua visione sull’attuale situazione che sta vivendo il Sud America durante l’intervista rilasciata negli studi di LaPresse in cui ha presentato il nuovo spettacolo ‘In viaggio con gli Inti-Illimani. Uno spettacolo di storie e canzoni’, realizzato insieme al cantautore fiorentino Giulio Wilson e altri membri del gruppo cileno. “Quello che succede oggi in Cile è un cambio epocale, ma non ti basta una vita per viverlo. Generalmente questi cambiamenti si verificano nel corso di uno-due secoli”, aggiunge l’artista, secondo cui “siamo in un momento di crisi e i paesi latinoamericani, come Colombia o Uruguay, vanno da un governo di destra a uno di sinistra, ma la gente si trova male con entrambi, forse anche perché si è perso un po’ il senso della storia“. “D’altra parte, siamo paesi ricchissimi. I paesi che hanno il petrolio sono quelli che hanno la storia più violenta. Noi abbiamo il petrolio, il litio, il rame. Questo accende gli appetiti delle grandi potenze“. Per questo motivo, secondo Coulon, “non facciamo più noi la nostra politica, ma viene decisa da altri“. Il rischio, quindi è la perdita di identità, valore fondamentale per l’artista cileno: “L’identità è qualcosa che ti permette di globalizzare. Senza identità sei uguale agli altri, se invece hai la tua identità puoi interagire meglio con quelli che sono diversi da te. Il segreto è questo. Non pensare che se sei diverso sei superiore, ma se sei diverso sei più ricco, perché c’è una differenza di potenziale che può stabilire un rapporto di energia“, conclude.
