Terremoto in Afghanistan, i sopravvissuti curati nell'ospedale di Jalalabad

(LaPresse) In Afghanistan è emergenza umanitaria dopo il devastante terremoto che ha colpito l’est del Paese. Il bilancio è drammatico: 1.400 morti e oltre 3.000 feriti, con centinaia di persone ricoverate nell’ospedale regionale di Jalalabad. Il sisma ha raso al suolo interi villaggi, intrappolando molti abitanti sotto le macerie. Le operazioni di soccorso sono rese difficili dalla morfologia del territorio montuoso, tanto che alcuni feriti sono stati evacuati grazie all’intervento di commando lanciati dall’alto. Il sistema sanitario locale è al collasso: molti ospedali sono chiusi per mancanza di fondi, lasciando i pochi centri attivi completamente sovraccarichi. Il governo dei talebani — riconosciuto ufficialmente solo dalla Russia — ha lanciato un appello alla comunità internazionale e alle organizzazioni umanitarie per ottenere aiuto. Ma gli aiuti faticano ad arrivare, complici le crisi globali in corso e i tagli ai bilanci dei Paesi donatori. Secondo gli esperti umanitari, le priorità immediate sono: ripari di emergenza, forniture mediche essenziali, acqua potabile e cibo. Il Regno Unito ha promesso 1 milione di sterline, da destinare direttamente alle agenzie umanitarie e non al governo talebano, che non riconosce. Anche l’Unione Europea ha inviato 130 tonnellate di aiuti e stanziato 1 milione di euro. Sostegno è arrivato anche da India, Cina e Emirati Arabi Uniti.