Il racconto del rapporto speciale tra il Pontefice e il ristoratore di Genova

“Oggi è una brutta giornata. Ho il ricordo nel cuore della sua visita a Genova, al Santuario della Guardia, quando preparammo il pesto per tutti gli invitati al pranzo nel corso della visita del Papa. Solo gente comune. Alle 15 di quel pomeriggio, dopo aver servito il pranzo, venne lui stesso per ringraziarmi e salutarmi. Gli regalammo il pesto che avevamo preparato per lui. Resta la foto indelebile di quel giorno”. Lo racconta commosso Luciano Belloni in arte ‘Zeffirino‘, 86 anni, patron dell’omonimo ristorante nel cuore di Genova, che nel giorno della scomparsa di Papa Francesco racconta il rapporto con il Pontefice, un legame speciale che ha fatto di lui e del pesto genovese il veicolo per una conoscenza prima professionale e poi umana. “Un legame familiare“, dice ‘Zeffirino’ nel suo quartier generale sulle alture di Quinto, a Genova, quasi una casa-museo, da dove Belloni racconta tra le foto e i cimeli, le lettere e i carteggi – 115mila biglietti da visita di clienti da tutto il mondo – il percorso personale che lo ha portato in giro per i quattro continenti, ambasciatore della cucina con tre papi e poi con i capi di Stato internazionali, alla Casa Bianca o ospite di Fidel Castro. Avventure in giro per il mondo, intrecciando ricordi e aneddoti personali.

Il ricordo del Papa di ‘Zeffirino’

A ‘Zeffirino’, nell’aprile del 2017, quando Bergoglio arrivò in visita pastorale a Genova, chiesero di curare personalmente il pranzo al Santuario della Guardia, dopo la messa del Pontefice. A lui, che rifornì per anni oltre oceano anche Frank Sinatra, di madre ligure, che si faceva spedire i vasetti della pregiata salsa di basilico oltre oceano. Solo la sua. E lui, sulle colline della Valpolcevera, arrivò con il suo staff e scorte di pesto, con cui foraggiò anche l’entourage della sicurezza per la visita papale. Da lì, un’amicizia proseguita da lontano e da vicino per molti anni. “Quando andai ad Asti per la sua visita, portai anche lì il pesto per lui e la scorta vaticana. Con mia moglie siamo andati da tutti, Wojtyla prima, Ratzinger poi. Ricordo la felicità nel consegnare questo vaso da 2 chili di pesto. Con Papa Francesco io e mia moglie abbiamo celebrato le nozze di diamante. Quando ho potuto parlare con lui gli ho detto ‘lei non è un Papa, è un contadino della Chiesa’. Gli piacque molto la frase. Conservo una sua foto con un agnellino in braccio, a tracolla”. E ancora un paio d’anni fa, quando a seguito di un carteggio a Belloni arrivò una lettera, “mi aveva mandato i documenti ed un quadro perché tra tutti i papi, 266 in tutto, il 15esimo pontefice della storia si chiamava Zeffirino“.

“Il pesto? A lui piaceva rigorosamente con l’aglio”

“Il Santo Padre aveva accolto benevolmente le espressioni augurali a lui indirizzate in occasione del Natale scorso e ci aveva fatto avere un messaggio per l’omaggio, gradito, di pesto che a lui piaceva con l’aglio, rigorosamente”, continua ‘Zeffirino’. “Ci era giunta notizia dopo l’ultimo ricovero che ne avrebbe avuto il desiderio e aspettavamo il termine della convalescenza e del recupero per il nuovo invio. Domani trasmetteremo quelle due lettere di ringraziamento insieme ad una fotografia, in suo ricordo”, afferma ancora ‘Zeffirino’. E conclude: “Personalmente ho vissuto anni in un mondo bellissimo perché non c’erano guerre, almeno in Europa. Fin da bambino mi sono ripromesso di arrivare a 104 anni. E l’ho detto a tutti i papi che ho incontrato. Quando lo dissi a Francesco, chiedendogli che cosa dovevo fare, lui si fece una grande risata. E poi mi guardò con aria seria, studiandomi, dritto negli occhi. ‘Vogliati bene’, le sue parole. Una ricetta enorme, che tiene insieme un’immensità di cose. Che porto nel cuore”.

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