Le parole dell'attentatore di Papa Giovanni Paolo II dopo l'apertura dell'inchiesta: "Atto storico da elogiare"

Dopo lo storico incontro in Vaticano tra Pietro Orlandi accompagnato dal suo legale, Laura Sgrò, e il Promotore di Giustizia è tornato a parlare del caso di Emanuela Orlandi Ali Agca. “Il Vaticano deve liberarsi dalla menzogna diabolica in cui fu imprigionato liberando immediatamente Emanuela e Mirella, non ascoltando nessuno ma solo il Vangelo”, ha detto l’uomo che attentò alla vita di Giovanni Paolo II il 13 maggio 1981, Papa che lui definisce “il più importante e più grande della storia mondiale ed eroe nazionale della Polonia”.

Agca esclude la pista della pedofilia. Per lui si tratta di “accuse terribili e orribili che devono terminare con l’immediata liberazione di Emanuela e Mirella. Altrimenti il povero Giovanni Paolo II, uomo onesto e innocente, sarà spacciato nel mondo come il Santo del satanismo”. Agca rinnova inoltre l’appello a Papa Francesco chiedendo di liberare “immediatamente il Vaticano da questa atroce prigionia e tortura permanente liberando Emanuela e Mirella”.

Apertura inchiesta è atto storico da elogiare

“L’apertura dell’inchiesta sul rapimento di Emanuela Orlandi in Vaticano è un atto storico da elogiare. Questo dimostra anche i certi limiti insuperabili imposti davanti a Papa Francesco” “altrimenti Papa Francesco avrebbe liberato immediatamente Emanuela”, ha detto Agca. “Pietro (Orlandi ndr) ha ragione quando accusa gli tre ultimi Papi di non averla liberata pur essendo tutti tre in grado di poter farlo. Il Procuratore Vaticano precisa che il mondo guarda il Vaticano: eppure il Vaticano non deve dare nessuna importanza al giudizio del mondo”, ha concluso l’ex terrorista.

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