“L’amore di Gesù ci chiede di lasciarci toccare da chi è provato”, ha detto il Papa al termine dell’Angelus, ricordando le popolazioni di Turchia e Siria, “le tantissime vittime del terremoto”, ma anche “i drammi quotidiani del caro popolo ucraino e dei tanti popoli che soffrono a causa della guerra, della povertà, della mancanza di libertà”. Il Pontefice ricorda anche “le devastazioni ambientali“: “sono vicino in tal senso alla popolazione neozelandese, colpita negli ultimi giorni da un ciclone”.