C’è l’accordo nella Ue sul prestito all’Ucraina. “Abbiamo raggiunto un accordo che ci consente di soddisfare il fabbisogno finanziario dell’Ucraina per i prossimi due anni. Gli Stati membri hanno concordato di finanziare l’Ucraina attraverso l’indebitamento dell’Ue sui mercati dei capitali per un importo di 90 miliardi di euro per i prossimi due anni. Lo faremo attraverso una cooperazione rafforzata, sostenuta dal margine di bilancio dell’Ue e basata su un accordo unanime per modificare il QFP, analogamente al prestito per le riparazioni. In questo caso, è molto importante che l’Ucraina rimborsi il prestito solo dopo aver ricevuto le riparazioni”. Lo afferma la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. Salta dunque l’utilizzo degli asset russi congelati, sul quale non c’era intesa.
“Il dispiegamento dei missili Oreshnik nel territorio della Bielorussia è quasi completato. Sappiamo dove sarà dispiegato. Stiamo condividendo queste informazioni con i nostri partner. I partner stessi possono valutare questa minaccia e capire come rispondere”. Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymir Zelensky. “Abbiamo avvertito in precedenza i nostri partner europei e americani che la Russia avrebbe schierato Oreshnik nel territorio della Bielorussia. Abbiamo mostrato la portata operativa di Oreshnik. Questo rappresenta una minaccia per molti paesi europei, tra cui Polonia, Germania e altri”, spiega.
“Ad oggi, Oreshnik non può essere intercettato dai droni. Lo hanno già utilizzato contro l’Ucraina. Sappiamo come contrastare questa minaccia. Abbiamo chiesto ai nostri partner di imporre sanzioni alle aziende situate in Europa e in altri continenti che forniscono componenti adatti per Oreshnik tramite paesi terzi. Non vedo che queste sanzioni vengano imposte. Per ora, crediamo che la Russia continuerà a produrre Oreshnik. Sappiamo anche quanti”, prosegue.
“Non lo stanno facendo senza motivo. Se i nostri partner – gli Stati Uniti e altri – stanno facendo significativi sforzi diplomatici per porre fine alla guerra, possono anche fare pressione sulla Russia per impedire che schieri Oreshnik più vicino all’Europa, più vicino ai confini con la Polonia? Credo che questo sia un aspetto che deve essere affrontato”, conclude.
Gli Stati Uniti non “forzeranno” l’Ucraina ad accettare la proposta di pace con la Russia. Lo ha detto il segretario di Stato Marco Rubio nel corso della conferenza stampa di fine anno.
Oltre agli incontri dedicati alla pace a Gaza, l’inviato di Donald Trump Steve Witkoff incontrerà oggi a Miami anche funzionari russi, per discutere l’ultima proposta per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo ha riferito alla Cnn un funzionario della Casa Bianca. La delegazione di Mosca sarà guidata dall’inviato economico, Kirill Dmitriev, secondo quanto riferito alla Cnn da fonti russe.
L’Unione europea intende raccogliere nel 2026 e 2027 un totale di 90 miliardi di euro di debito comune per concedere all’Ucraina un prestito a tasso zero. Il rimborso dovrebbe essere garantito attraverso eventuali riparazioni di guerra russe oppure, in alternativa, mediante una futura confisca dei beni russi congelati. Una decisione duramente criticata dall’AfD. La capogruppo del partito di estrema destra al Bundestag, Alice Weidel, parla di una scelta che espone la Germania a rischi finanziari enormi e isola politicamente il Paese. “Con la sua linea di confronto, Friedrich Merz sta manovrando la Germania ai margini della politica europea e sta caricando i contribuenti di rischi finanziari di dimensioni assurde”, afferma Weidel in una nota. Secondo la leader dell’AfD, il cancelliere insiste “ostinatamente” sull’idea di confiscare i beni russi congelati nonostante le obiezioni di diversi Stati membri. “Una misura del genere danneggerebbe gravemente l’Ue come piazza finanziaria e provocherebbe una fuga di capitali di entità imprevedibile”, sostiene. Weidel definisce inoltre “illusoria” sia la confisca dei beni russi sia l’ipotesi che Mosca possa pagare riparazioni di guerra da cui rimborsare il prestito. A suo avviso, Merz avrebbe sfruttato queste prospettive come “un inganno” per accettare ancora una volta la rottura del tabù del debito comune europeo. “Così l’Ue compie un ulteriore passo verso un super-Stato sottratto al controllo democratico”, aggiunge. La capogruppo AfD accusa infine il governo di destinare altri 90 miliardi di euro “a uno degli Stati più corrotti del mondo”, senza chiarezza sull’uso dei fondi già versati. “Mentre l’economia tedesca è in difficoltà, il cancelliere getta miliardi per prolungare una guerra inutile, ostacolare gli sforzi di pace del presidente Usa e allontanare la prospettiva di rapporti vantaggiosi con la Russia”, conclude Weidel. “Quanto fatto da Merz è un disastro politico, economico e fiscale”.
“La cosa più spaventosa per la Russia è se restiamo uniti. Perché non possono certo sconfiggerci tutti e due insieme”. Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, incontrando a Varsavia il premier polacco Donald Tusk. Lo riporta il Guardian.
“Oggi, negli Stati Uniti, inizieremo un altro round di consultazioni con la parte americana. Su invito della parte statunitense, anche i partner europei sono coinvolti in questo formato. Ringraziamo gli Stati Uniti per il coordinamento che ci consente di mantenere una visione condivisa e procedere in modo coordinato”. Lo ha annunciato su X il principale negoziatore ucraino Rustem Umerov. “Siamo impegnati in un processo costruttivo. Abbiamo già svolto consultazioni preliminari con i nostri colleghi europei e ci stiamo preparando per ulteriori discussioni con la parte americana”, spiega. “Al termine delle consultazioni, riferiremo al presidente Volodymyr Zelensky. Stiamo agendo in piena coerenza con le priorità definite dal presidente: la sicurezza dell’Ucraina deve essere garantita in modo affidabile e a lungo termine”, aggiunge.
Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, invierà il suo negoziatore per l’Ucraina, Guenter Sautter, ai colloqui previsti per questo fine settimana a Miami in Florida tra Stati Uniti e Russia per un accordo di pace. Tuttavia, come appreso dalla Dpa da fonti governative, non è chiaro se e in quale formato il consigliere per la politica estera del Cancelliere parteciperà ai colloqui. In particolare, secondo quanto riportato, finora non è stato pianificato alcun incontro con la controparte russa.
Sautter ha svolto un ruolo chiave nella preparazione e nella definizione dei negoziati tra Europa, Stati Uniti e Ucraina a Berlino domenica e lunedì scorsi. Durante questi colloqui, è stato ulteriormente sviluppato un piano in 20 punti proposto dagli Stati Uniti, volto a raggiungere una risoluzione pacifica tra Russia e Ucraina dopo quasi quattro anni di guerra. Rappresentanti del governo statunitense e del Cremlino si stanno ora incontrando a Miami per ulteriori discussioni sul piano. Sono previsti anche ulteriori incontri tra Stati Uniti e Ucraina.
La Russia è pronta a prendere in considerazione la sospensione dagli attacchi contro l’Ucraina il giorno delle elezioni nel Paese, qualora venissero indette. Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin nella sua conferenza stampa di fine anno in diretta tv. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Tass. “Posso dire qualcosa che potrebbe sorprendere. Siamo pronti a valutare le modalità per garantire la sicurezza durante le elezioni in Ucraina. Come minimo a fermare gli attacchi in profondità nel territorio il giorno delle elezioni”, ha spiegato.
Le garanzie di sicurezza che richiedono la creazione di una forza multinazionale guidata dall’Europa in Ucraina sono un tentativo di realizzare una rivendicazione militare del territorio ucraino. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in una conferenza stampa congiunta con l’omologo egiziano Badr Abdel Ata. Lo riporta Ria Novosti. “Le garanzie di sicurezza presuppongono la creazione di una forza multinazionale per l’Ucraina, guidata dall’Europa”, ha spiegato. “Non stiamo parlando tanto di una garanzia di sicurezza quanto dell’ennesimo tentativo, piuttosto sfacciato, di realizzare un controllo militare del territorio ucraino come trampolino di lancio per creare minacce alla Federazione Russa. E non solo per creare minacce”, ha detto.
“Senza la nostra indipendenza, Mosca inevitabilmente si spingerà in Polonia. Per questo è importante che noi esistiamo, è importante che voi esistiate, è molto importante che Ucraina e Polonia esistano, ed è importante che restiamo uniti”. Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky al termine dell’incontro con il suo omologo polacco Karol Nawrocki a Varsavia. Lo riporta il Guardian. Zelensky ha ringraziato esplicitamente la Polonia per il sostegno continuo “fin dall’inizio della guerra”.
La nuova strategia di sicurezza nazionale degli Usa “non identifica la Russia come un nemico, come un obiettivo, eppure il segretario generale della Nato”, Mark Rutte, “si sta preparando alla guerra con noi. Che cosa significa? Sa leggere?”. Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, nel corso della sua conferenza stampa di fine anno in diretta tv, come riporta l’agenzia di stampa russa Interfax. “Come mai sta preparando la Nato alla guerra con la Russia se il Paese principale della Nato non ci considera un avversario o un nemico?”, ha detto ancora Putin riferendosi a Rutte, accusando in questo modo l’Alleanza per le tensioni con Mosca.
“Non ci saranno nuove operazioni speciali se la Russia viene trattata con rispetto”. Lo ha dichiarato il presidente russo, Vladimir Putin, nella sua conferenza stampa di fine anno in diretta tv. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Tass. Secondo Putin, “l’Occidente ha creato con le proprie mani l’attuale conflitto in Ucraina e ha continuato ad aggravare la situazione”. Putin ha anche respinto come “assurde” le affermazioni secondo cui la Russia potrebbe attaccare l’Europa, sostenendo che l’Occidente stia creando “un’immagine di nemico” della Russia per coprire i propri errori.
“Nonostante l’eccessiva cautela di alcuni leader, l’Europa ha deciso di finanziare l’Ucraina. La possibilità di utilizzare i beni russi immobilizzati è ancora aperta. Sono pienamente soddisfatto? Ovviamente no. Ma è sempre meglio avere qualcosa piuttosto che niente”. Lo scrive su X il premier polacco, Donald Tusk.
Il presidente russo, Vladimir Putin, nella sua conferenza stampa di fine anno in diretta tv sta parlando davanti a un’enorme mappa della Russia sullo sfondo, che include parti del sud-est dell’Ucraina come la Crimea, annessa illegalmente dalla Russia nel 2014. Lo sottolinea la Bbc, evidenziando che “gli eventi organizzati da Vladimir Putin sono spesso ricchi di simbolismo e questa volta anche l’allestimento trasmette un messaggio senza compromessi all’Ucraina e ai suoi alleati”. Putin “lo ha detto molte volte in passato, e ora anche le immagini lo dicono: il territorio dell’Ucraina è nostro”, scrive la Bbc.
I droni dell’unità ‘Alpha’ del Servizio di sicurezza dell’Ucraina (Sbu) hanno colpito per la prima volta una petroliera della cosiddetta flotta ombra russa nelle acque del Mar Mediterraneo. Lo riporta l’emittente ucraina Suspilne citando una fonte dei servizi speciali. “Lo Sbu ha condotto una nuova operazione speciale senza precedenti a una distanza di oltre 2mila chilometri dal territorio del nostro Stato. A seguito di misure in più fasi nelle acque neutrali del Mar Mediterraneo, l’unità ‘Alpha’ dello Sbu ha colpito la petroliera Qendil della flotta ombra russa con droni aerei”, ha riferito la fonte, aggiungendo che al momento dell’operazione la nave russa non trasportava merci quindi “l’attacco non ha rappresentato alcuna minaccia per la situazione ambientale nella regione”. A seguito dell’attacco, la petroliera ha subìto danni critici e non può essere utilizzata per lo scopo previsto, scrive Suspilne.
“La Federazione Russa ha utilizzato questa petroliera per aggirare le sanzioni e guadagnare denaro destinato alla guerra contro l’Ucraina. Pertanto, dal punto di vista del diritto internazionale e delle leggi e consuetudini di guerra, questo è un obiettivo assolutamente legittimo per l’Sbu”, ha osservato una fonte dell’agenzia stessa.
Le autorità danesi affermano che la Russia ha condotto attacchi informatici contro le infrastrutture e i siti web della Danimarca nel 2024 e nel 2025, descrivendo nuovi casi che non erano stati segnalati in precedenza. Il Servizio di intelligence della difesa danese ha riferito che Mosca è responsabile degli attacchi contro un servizio idrico danese nel 2024 e degli attacchi ‘denial of service’ che hanno sovraccaricato i siti web danesi prima delle elezioni regionali e locali del mese scorso. L’agenzia ha affermato che gli attacchi fanno parte della cosiddetta “guerra ibrida” della Russia contro l’Occidente, con l’obiettivo di creare instabilità e punire i paesi che sostengono l’Ucraina. Un database di Associated Press, in continuo aggiornamento, ha documentato finora 147 incidenti in tutta Europa collegati alla Russia, compresi questi ultimi 2 segnalati dalla Danimarca. Secondo l’agenzia danese, un gruppo ha compiuto l’attacco contro l’azienda idrica nel 2024 e un altro gruppo è responsabile dell’attacco informatico ai siti web danesi prima delle recenti elezioni, ma entrambi hanno legami con lo Stato russo. “Lo Stato russo utilizza entrambi i gruppi come strumenti della sua guerra ibrida contro l’Occidente. L’obiettivo è quello di creare insicurezza nei paesi presi di mira e punire quelli che sostengono l’Ucraina”, si legge nella dichiarazione.
Le autorità tedesche hanno convocato l’ambasciatore russo a Berlino il 12 dicembre per accuse simili, dopo che il ministero degli Esteri ha accusato Mosca di aver compiuto sabotaggi , attacchi informatici e interferenze elettorali. Tra questi vi è stato un attacco informatico nel 2024 contro il controllo del traffico aereo tedesco, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri tedesco Martin Giese. Non tutti gli incidenti sono di dominio pubblico e talvolta i funzionari impiegano mesi per stabilire un collegamento con Mosca. Sebbene i funzionari affermino che la campagna, condotta dall’invasione dell’Ucraina da parte del presidente Vladimir Putin nel 2022, miri a privare Kiev del sostegno, ritengono che Mosca stia anche cercando di identificare i punti deboli dell’Europa e di assorbire le energie delle autorità europee.
Il presidente russo, Vladimir Putin, nel corso della sua conferenza stampa di fine anno in diretta tv ha dichiarato che nel 2025 il flusso di soldati volontari è stato elevato, superando i 400mila. Non è stato possibile verificare tale affermazione, poiché le attività di reclutamento non sono soggette a controlli indipendenti, ma il governo offre una retribuzione relativamente alta e numerosi benefici ai soldati volontari, il che ha contribuito ad aumentare il loro numero. Il Cremlino afferma di affidarsi esclusivamente ai volontari per combattere in Ucraina, ma alcuni media e gruppi per i diritti umani hanno riferito che gli ufficiali militari spesso costringono i coscritti a firmare contratti militari. Alla domanda della vedova di un soldato sulla lentezza nel pagamento della pensione, Putin si è scusato e ha promesso che il problema verrà risolto rapidamente: uno scambio tipico dell’evento annuale, che il leader russo usa spesso per dimostrare la sua padronanza su una vasta gamma di argomenti e la sua capacità di risolvere i problemi.
“Abbiamo evitato di creare un precedente che rischia di minare la certezza del diritto a livello mondiale. Abbiamo salvaguardato il principio secondo cui l’Europa rispetta il diritto, anche quando è difficile, anche quando siamo sotto pressione”, la Ue “ha dato un forte segnale politico. L’Europa sostiene l’Ucraina”. Lo dice il premier belga Bart De Wever dopo il Consiglio europeo nel quale è stato deciso di finanziare l’Ucraina con un prestito da 90 miliardi per il biennio 2026-2027. “Per me, il prestito di riparazione non era una buona idea. Quando abbiamo spiegato di nuovo il testo, c’erano così tante domande che ho detto, ve l’avevo detto. Ci sono molte questioni in sospeso. E se si inizia a tirare i fili, la situazione crolla”, aggiunge.
“La Russia desidera vivamente vivere in pace e senza conflitti militari nel 2026, pertanto sono attualmente in corso sforzi per risolvere tutte le questioni controverse attraverso negoziati”. È quanto ha dichiarato il presidente russo, Vladimir Putin, nella sua conferenza stampa di fine anno in diretta tv.
Il presidente russo, Vladimir Putin, nella sua conferenza stampa di fine anno in diretta tv ha dichiarato che la Russia non si ritiene responsabile per le morti in Ucraina perché è stata Kiev ad avviare la guerra. “Non ci riteniamo responsabili delle perdite umane perché non siamo stati noi ad avviare questa guerra. Questa guerra è iniziata dopo il colpo di Stato in Ucraina, il colpo di Stato armato incostituzionale del 2014, e poi lo scoppio delle ostilità da parte dei leader del regime di Kiev contro i propri cittadini nel sud-est dell’Ucraina”, ha affermato Putin.
Il presidente Usa Donald Trump “sta compiendo seri sforzi per porre fine al conflitto in Ucraina” e la Russia ha “sostanzialmente accettato” le proposte di Trump durante l’incontro in Alaska “quindi non si può dire che Mosca stia rifiutando qualcosa” ed è “disposta a negoziare e porre fine al conflitto”, dunque “la palla è interamente nel campo di Kiev e dei suoi sponsor europei”. Lo ha dichiarato il presidente russo, Vladimir Putin, nella sua conferenza stampa di fine anno in diretta tv.
“Nulla è fallito. Il cancelliere federale ha messo in moto l’intero processo portando sul tavolo, per primo, il modello che prevede l’utilizzo dei beni russi per finanziare il sostegno all’Ucraina. Questo approccio è stato la base per la decisione adottata la scorsa settimana: sottrarre i beni russi al normale regime sanzionatorio e immobilizzarli in modo permanente. Senza l’impulso e senza le iniziative negoziali del cancelliere, non saremmo arrivati al punto in cui ci troviamo oggi, con i beni russi definitivamente congelati”. Lo ha detto il vice portavoce del governo tedesco, Sebastain Hille, in conferenza stampa, rispondendo alle domande sul prestito dell’Ue all’Ucraina deciso dopo il Consiglio europeo, senza passare inzialmente dall’utilizzo dei degli asset russi congelati, come avrebbe voluto il cancelliere Friedrich Merz. “La questione successiva riguardava semplicemente la sequenza dei passaggi. Una possibilità era accedere subito ai beni russi e trasferire direttamente i fondi all’Ucraina. L’altra – quella che è stata scelta dopo lunghe e intense trattative a Bruxelles – consiste nel mettere prima a disposizione risorse finanziarie, garantendole però con i beni russi immobilizzati. In sostanza, si tratta solo di una differenza nell’ordine delle operazioni: prima l’una e poi l’altra, oppure viceversa”, ha spiegato il portavoce. In merito alla posizione di Francia e Italia sull’uso degli asset russi congelati, il portavoce ha poi chiarito che “posso solo richiamare un dato fondamentale: questa decisione è stata adottata da 24 dei 27 Stati membri. I tre che non partecipano sono Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Tutti gli altri hanno scelto questo strumento. Ribadisco ancora una volta: qualora al momento del rimborso non siano state versate riparazioni, l’Unione europea potrà ricorrere ai beni russi congelati per coprire il prestito. Punto”.
“La risposta è chiaramente sì: si può e si deve parlare di un successo. L’obiettivo era garantire il finanziamento dell’Ucraina per i prossimi anni, ed è esattamente ciò che è stato ottenuto”. Lo ha detto il vice portavoce del governo tedesco, Stebastian Hille, in conferenza stampa, rispondendo ad una domanda sulla decisione del Consiglio Ue per il prestito di 90 miliardi di euro all’Ucraina, senza passare inzialmente attraverso l’utilizzo degli asset russi congelati, come avrebbe voluto il cancelliere tedesco, Friedrich Merz. “Dopo consultazioni lunghe e intense, tenendo conto delle preoccupazioni e delle difficoltà sollevate da diversi Stati membri, è stata trovata una soluzione che assicura in modo affidabile il sostegno finanziario all’Ucraina per i prossimi due anni. È per questo motivo che il cancelliere federale guarda con grande soddisfazione ai risultati di questo Consiglio europeo”, ha spiegato il portavoce. “Una cosa è del tutto chiara: una guerra di aggressione di questo tipo deve avere conseguenze per l’aggressore. È fuori discussione che la Russia debba essere chiamata a rispondere per questa guerra”, ha proseguito il portavoce, sottolineando che nel caso in cui la Russia non paghi riparazioni “il meccanismo è già stato previsto nella decisione adottata. L’Ucraina dovrà infatti rimborsare il prestito solo nel caso in cui riceva riparazioni dalla Russia. In caso contrario, resta possibile il ricorso ai beni russi congelati. Su questo punto i capi di Stato e di governo hanno raggiunto un accordo la scorsa notte a Bruxelles. In sostanza, quanto pianificato dal cancelliere federale verrà realizzato, ma in ordine inverso”.
Il portavoce del governo ha poi chiarito che per il prestito non servirà l’approvazione del Bundestag: “Si tratta puramente di una decisione del Consiglio europeo. Stiamo operando entro i limiti massimi ratificati dal Bundestag e, pertanto, dal nostro punto di vista, ciò è possibile solo attraverso il Consiglio e una decisione del Consiglio”. “Questi prestiti – ha affermato il portavoce – sono garantiti dal cosiddetto headroom. L’unica particolarità di questo prestito è l’Ucraina. L’Ucraina deve rimborsare il prestito solo se riceve riparazioni dalla Russia. I beni russi rimarranno congelati per lo stesso periodo di tempo. Lo abbiamo già deciso venerdì scorso. Il cancelliere ha anche insistito affinché fosse chiaramente stabilito che, se la Russia non paga le riparazioni, l’Ue può utilizzare i beni congelati per il rimborso. Naturalmente, il diritto internazionale sarà pienamente rispettato in questo processo”.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è arrivato al palazzo presidenziale a Varsavia, in Polonia, per il primo incontro ufficiale con il presidente polacco Karol Nawrocki, che ha assunto l’incarico il 6 agosto dopo avere vinto le elezioni a giugno. Lo riferisce l’emittente ucraina Suspilne. Nawrocki ha accolto l’omologo con una stretta di mano. Zelensky era arrivato in Polonia ieri sera. Dopo i colloqui è attesa una conferenza stampa congiunta. Sempre oggi Zelensky dovrebbe incontrare anche il primo ministro polacco Donald Tusk e i presidenti di entrambe le Camere del Parlamento.
La Russia e l’Ucraina hanno effettuato un altro scambio di salme dei soldati caduti in guerra. Lo ha comunicato il consigliere presidenziale russo Vladimir Medinsky, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Interfax. Medinsky ha riferito che, nell’ambito degli accordi di Istanbul, le salme di mille soldati ucraini uccisi nel conflitto sono state consegnate all’Ucraina, mentre le salme di 26 morti sono state consegnate alla Russia. Interfax aggiunge che alla fine di ottobre lo stesso Medinsky aveva riferito che, sempre nell’ambito degli accordi di Istanbul, la Russia aveva consegnato a Kiev 1.000 corpi di soldati delle forze armate ucraine caduti in battaglia e la parte ucraina aveva restituito 31 soldati russi caduti.
Il presidente russo, Vladimir Putin, si è detto fiducioso che gli obiettivi militari del Cremlino in Ucraina saranno raggiunti. Parlando nell’attesa conferenza stampa di fine anno, ha detto che le truppe russe stanno avanzando sul campo di battaglia in Ucraina e che hanno “preso pienamente l’iniziativa strategica” e otterranno ulteriori risultati entro la fine dell’anno. Nei primi giorni del conflitto nel 2022, le forze ucraine sono riuscite a sventare il tentativo dell’esercito russo, più numeroso e meglio equipaggiato, di conquistare la capitale Kiev, ma i combattimenti si sono presto trasformati in battaglie estenuanti e le truppe di Mosca hanno compiuto progressi lenti ma costanti nel corso degli anni. Putin sottolinea spesso questi progressi, anche se non si tratta dell’avanzata fulminea che molti si aspettavano.
Il presidente russo, Vladimir Putin, nella sua conferenza stampa di fine anno in diretta tv ha definito “una rapina” l’idea Ue di utilizzare i beni russi congelati in Europa e ha aggiunto che i leader europei non sono riusciti a trovare un accordo in merito perché temono che “le conseguenze potrebbero essere davvero dure per i rapinatori”. “Questo sarebbe non solo un colpo all’immagine, ma anche un’erosione della fiducia nell’Eurozona perché, ovviamente, molti Paesi conservano le loro riserve auree e valutarie nell’Eurozona, non solo la Russia”, ha proseguito. “Non importa cosa rubino, prima o poi dovranno restituirlo e, cosa più importante, andremo in tribunale per proteggere i nostri interessi. Faremo tutto il possibile per trovare una giurisdizione indipendente dal contesto politico”, ha avvertito Putin.
Il presidente russo, Vladimir Putin, commentando un recente video-selfie pubblicato da Volodymyr Zelensky in cui lo si vedeva in piedi su una strada durante una visita a Kupiansk, ha dichiarato che il presidente ucraino “è un attore e anche molto talentuoso”, ma ha sottolineato che il movimento davanti al quale è stato girato il filmato si trova “a circa un chilometro dalla città”. “Se la città è sotto il loro controllo, perché non entrare nella città stessa?”, ha dichiarato Putin con tono di scherno. E ancora: “È impossibile avvicinarsi a Kupiansk così facilmente”.
La Russia è pronta per una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina che ne affronti le “cause profonde”. È quanto ha dichiarato il presidente russo, Vladimir Putin, parlando nella sua attesa conferenza stampa abbinata a una sessione di domande e risposte in diretta tv. Il riferimento di Putin è alle dure condizioni poste dal Cremlino per un accordo. All’inizio di questa settimana Putin ha avvertito che “se la parte avversaria e i suoi sostenitori stranieri rifiuteranno di avviare discussioni sostanziali, la Russia otterrà la liberazione dei suoi territori storici con mezzi militari”. Il leader russo vuole che tutte le aree delle quattro regioni chiave conquistate dalle sue forze, così come la penisola di Crimea, annessa illegalmente nel 2014, siano riconosciute come territorio russo. Ha anche insistito affinché l’Ucraina si ritiri da alcune zone dell’Ucraina orientale che le forze di Mosca non hanno ancora conquistato, richiesta che Kiev ha respinto.
Il Cremlino insiste anche affinché l’Ucraina abbandoni la richiesta di adesione alla Nato e avverte che non accetterà il dispiegamento di soldati dei Paesi membri della Nato e li considererà eventualmente “obiettivi legittimi”. Putin ha anche ripetutamente affermato che l’Ucraina deve limitare le dimensioni del suo esercito e dare status ufficiale alla lingua russa, richieste che ha avanzato fin dall’inizio del conflitto.
Il conflitto in Ucraina è iniziato con un colpo di Stato a Kiev. È quanto sostiene il presidente russo, Vladimir Putin, che lo ha dichiarato durante una sessione di domande e risposte abbinata alla sua conferenza stampa di fine anno in diretta tv. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti. “Vorrei ricordarvi come è iniziato tutto. È iniziato con il colpo di Stato in Ucraina nel 2014 e con l’inganno sulla possibilità di una risoluzione pacifica di tutti i problemi grazie agli accordi di Minsk”, ha dichiarato Putin, riferendosi alla destituzione del presidente filorusso Viktor Yanukovich nel 2014.
Ci sono “alcuni segnali che indicano che” l’Ucraina “sia disponibile a impegnarsi in un qualche tipo di dialogo”, ma la Russia non vede ancora la volontà di Kiev di discutere della questione territoriale. Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, nella sua conferenza stampa di fine anno in diretta tv. “Non vediamo ancora tale disponibilità”, ha affermato il leader russo
Le forze russe “stanno avanzando lungo tutta la linea di conflitto”. Lo ha dichiarato il presidente russo, Vladimir Putin, nella sua conferenza stampa di fine anno in diretta tv. Si tratta di un’affermazione più volte contestata dall’Ucraina. “Le nostre truppe stanno avanzando lungo tutta la linea di contatto, più velocemente in alcune zone e più lentamente in altre, ma il nemico so sta ritirando in tutti i settori”, ha dichiarato Putin. La sua conferenza stampa di fine anno, in diretta tv, è combinata con un programma nazionale che offre ai russi di tutto il Paese l’opportunità di porre domande al leader russo.
L’Ucraina “in sostanza si rifiuta di porre fine a questo conflitto con mezzi pacifici”. È quanto ha dichiarato il presidente russo, Vladimir Putin, nella sua maratona tv di fine anno, che combina la conferenza stampa di fine anno con una sessione di domande e risposte in diretta. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti. Al contrario, Putin ha affermato che la Russia “è pronta e vuole porre fine al conflitto” in Ucraina “pacificamente” ma, ha precisato, solo “sulla base dei principi che ho delineato l’anno scorso” che prevedono di “affrontare le cause profonde che hanno provocato questo conflitto”.
I sistemi di difesa aerea russi hanno intercettato e distrutto 94 droni ucraini nelle regioni russe durante la notte. Lo ha riferito il ministero della Difesa di Mosca, secondo quanto scrive la Tass. Fra i vari territori presi di mira, 36 droni sono stati abbattuti nei cieli sopra la regione di Rostov, 17 Uav sopra la regione di Belgorod, 15 droni sopra quella di Voronezh e sette droni sono stati distrutti sopra il Mar Caspio.
“L’Ue deve appoggiare finanziariamente l’Ucraina per ragioni morali, di giustizia e anche perché è legale, questa decisione è sostenuta dalla legalità internazionale”. Lo ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez in conferenza stampa al termine del Consiglio europeo a Bruxelles. Il leader socialista ha illustrato l’accordo raggiunto dai ventisette, secondo cui l’Ue fornirà “con urgenza e immediatezza un prestito di 90 miliardi di euro per i prossimi due anni, finanziato tramite debito congiunto e garantito dal bilancio europeo”. In questo contesto, Sanchez ha sottolineato che, oltre a questo meccanismo urgente, il Consiglio ha approvato pochi giorni fa la storica decisione di congelare in modo permanente i beni russi e che si procederà all’attuazione di tale prestito di riparazione su tale base. “E’ giusto che l’aggressore paghi per il danno causato”, ha aggiunto Sanchez.
“Con le decisioni odierne, l’Ucraina riceve finanziamenti per i prossimi due anni. E questa è una buona notizia per l’Ucraina e una cattiva notizia per la Russia. Il pacchetto finanziario per l’Ucraina è pronto: un prestito senza interessi di 90 miliardi di euro, come da me richiesto. Un chiaro segnale a Putin dall’Europa: la guerra non darà i suoi frutti. Terremo congelati i beni russi finché la Russia non avrà risarcito l’Ucraina”. Lo ha ha dichiarato il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, dopo la conclusione del vertice Ue nella notte a Bruxelles. “Ci stiamo sostanzialmente assumendo un impegno. Tuttavia, questo non graverà sui bilanci nazionali; tutto sarà gestito tramite l’Ue”, ha sottolineato Merz. Ma anche l’Ue alla fine non ne sarà gravata: “Questo prestito è garantito da asset russi e sarà rimborsato con asset russi”, ha affermato il cancelliere, spiegando che la decisione ha semplicemente invertito l’ordine dei finanziamenti. Ha ammesso che la sua proposta di utilizzare direttamente i beni statali russi si era rivelata troppo complicata durante le sei ore di negoziati a Bruxelles. Tuttavia, ha sostenuto che l’obiettivo di far pagare la guerra alla Russia era stato raggiunto. Questo nuovo approccio è stato reso possibile perché si è concordato di non perseguire questa strada con tutti i 27 Stati membri dell’UE, ma piuttosto nell’ambito della cosiddetta cooperazione rafforzata con soli 24 paesi dell’UE. Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca hanno optato per l’esclusione. Merz ha sottolineato che l’Ue ha dimostrato la sua determinazione, in particolare per quanto riguarda i colloqui russo-americani in Florida di sabato. “È impossibile fare più diplomazia di quella degli ultimi giorni”, ha sottolineato, riferendosi ai colloqui sull’Ucraina a Berlino. “Ma la diplomazia da sola non convincerà chiaramente la Russia a fare marcia indietro o a portarla al tavolo dei negoziati. Pertanto, la pressione deve essere mantenuta”. L’Ue ha mantenuto questa promessa al vertice. “Spero che anche gli americani mantengano la pressione, che anche l’America mantenga le sanzioni”. L’obiettivo comune, ha affermato, è porre fine alla guerra in Ucraina il prima possibile.
Merz ha salutato la soluzione come un “grande successo”, sebbene non corrispondesse alla sua proposta iniziale. In realtà, avrebbe voluto utilizzare direttamente i fondi detenuti principalmente in Belgio dalla banca centrale russa per prestiti fino a 210 miliardi di euro. Merz ha espresso soddisfazione anche per il modello alternativo. “L’Europa ha compreso la gravità della situazione e ha dimostrato la propria sovranità”, ha dichiarato dopo circa 18 ore di negoziati. “Stiamo affrontando con determinazione la più grande minaccia alla sicurezza che l’Europa si trova ad affrontare. Si tratta dell’aggressione russa, che ha da tempo superato la guerra di aggressione contro l’Ucraina”. Secondo Merz, i 90 miliardi di euro sono sufficienti a coprire le esigenze militari e di bilancio dell’Ucraina per i prossimi due anni. Ha affermato che l’erogazione potrebbe iniziare già a gennaio.
“La stabilità economica è un presupposto per la sicurezza, sia per l’Ucraina che per l’Europa”. Lo scrive su X la premier ucraina, Yulia Svyrydenko, commentando l’accordo raggiunto nella notte dal Consiglio europeo a Bruxelles. “La decisione del Consiglio europeo di stanziare 90 miliardi di euro per l’Ucraina nel periodo 2026-2027 costituisce un passo decisivo per la resilienza economica e la stabilità fiscale in condizioni di guerra”, scrive Svyrydenko in un post su X. “Questo sostegno garantisce la prevedibilità delle finanze pubbliche ucraine, sostiene la difesa e le funzioni statali essenziali e rafforza la fiducia fra i partner internazionali”, prosegue, sottolineando che “l’aggressione della Russia comporta un costo finanziario”. “I beni sovrani russi rimangono immobilizzati e proseguono i lavori su un prestito a titolo di risarcimento, in linea con il diritto dell’Ue e il diritto internazionale”, conclude.
Kirill Dmitriev, inviato del Cremlino e capo del Fondo russo per gli investimenti diretti, ha affermato che la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il cancelliere tedesco Friedrich Merz hanno fallito sull’uso degli asset russi congelati e ha chiesto le loro dimissioni. “Ursula e Merz devono dimettersi se vogliono dimostrare ‘convinzione, unità e determinazione’ come hanno promesso dopo aver fallito nell’ottenere il sequestro illegale delle riserve russe da parte dell’Ue”, ha affermato Dmitriev, come riporta l’agenzia di stampa russa Tass.
L’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia non parteciperanno al prestito europeo da 90 miliardi di euro a favore dell’Ucraina. L’opt-out è scritto nero su bianco nelle conclusioni adottate dal Consiglio europeo.
“A seguito delle recenti proposte della Commissione e dell’Alta Rappresentante, il Consiglio europeo invita il Consiglio e il Parlamento europeo a continuare a lavorare sugli aspetti tecnici e giuridici degli strumenti che istituiscono un prestito di riparazione basato sui saldi di cassa associati ai beni immobilizzati della Russia”, si legge nel testo. “Nel frattempo, al fine di garantire il necessario sostegno finanziario all’Ucraina a partire dal secondo trimestre del 2026, comprese le sue esigenze militari, il Consiglio europeo concorda di erogare all’Ucraina un prestito di 90 miliardi di euro per gli anni 2026-2027, basato sui prestiti contratti dall’Ue sui mercati dei capitali e sostenuto dal margine di bilancio dell’Ue. Attraverso la cooperazione rafforzata (articolo 20 TUE) in relazione allo strumento basato sull’articolo 212 TFUE, qualsiasi mobilitazione di risorse del bilancio dell’Unione a garanzia di tale prestito non avrà alcun impatto sugli obblighi finanziari della Repubblica Ceca, dell’Ungheria e della Slovacchia”, hanno deciso i leader.
“Tale prestito sarà rimborsato dall’Ucraina solo una volta ricevute le riparazioni. Fino ad allora, tali attività rimarranno immobilizzate e l’Unione si riserva il diritto di utilizzarle per rimborsare il prestito, nel pieno rispetto del diritto dell’UE e internazionale”, recitano le conclusioni.
“Il Consiglio europeo sottolinea l’importanza dei seguenti elementi in relazione al prestito da erogare all’Ucraina: a) rafforzamento delle industrie della difesa europee e ucraine; b) il mantenimento da parte dell’Ucraina dello Stato di diritto, compresa la lotta alla corruzione; c) il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di alcuni Stati membri e gli interessi di sicurezza e di difesa di tutti gli Stati membri”, si legge ancora nel testo.
“Il pacchetto finanziario per l’Ucraina è stato finalizzato. Come avevo chiesto, all’Ucraina viene concesso un prestito a tasso zero di 90 miliardi di euro. Questi fondi sono sufficienti a coprire le esigenze militari e di bilancio dell’Ucraina per i prossimi due anni. Questo è un messaggio decisivo per la fine della guerra, perché Putin farà concessioni solo quando si renderà conto che la sua guerra non darà i suoi frutti”. Lo afferma il cancelliere tedesco Friedrich Merz in una nota, commentando la decisione del Consiglio europeo di concedere all’Ucraina un prestito di 90 miliardi di euro.
“I beni russi congelati rimarranno bloccati finché la Russia non avrà pagato le riparazioni all’Ucraina. Abbiamo già preparato il terreno per questo la scorsa settimana. L’Ucraina dovrà rimborsare il prestito solo dopo che la Russia avrà pagato le riparazioni. E lo diciamo molto chiaramente: se la Russia non paga le riparazioni, utilizzeremo – nel pieno rispetto del diritto internazionale – i beni russi immobilizzati per rimborsare il prestito”, aggiunge.
“Sono lieto che oggi siamo riusciti a prendere questa decisione all’unanimità, dopo intensi negoziati. In questo modo possiamo ricorrere a metodi collaudati e strumenti europei comprovati e sostenere l’Ucraina immediatamente, senza ulteriori ritardi”, conclude.
“Oggi abbiamo approvato una decisione per erogare 90 miliardi di euro all’Ucraina per i prossimi due anni. Con urgenza, erogheremo un prestito garantito dal bilancio dell’Unione Europea. Questo affronterà le urgenti esigenze finanziarie dell’Ucraina, e l’Ucraina rimborserà questo prestito solo dopo che la Russia avrà pagato le riparazioni. L’Unione si riserva il diritto di utilizzare i beni immobilizzati per rimborsare questo prestito”. Lo afferma il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, nella conferenza stampa al termine del vertice.
“Allo stesso tempo, abbiamo dato mandato alla Commissione di continuare a lavorare sul prestito di riparazione basato sui beni immobilizzati russi. Inoltre, abbiamo concordato di rinnovare le nostre sanzioni contro la Russia. Il nostro obiettivo non è prolungare la guerra. In effetti, le decisioni odierne rappresentano un contributo cruciale per raggiungere una pace giusta e duratura in Ucraina”, aggiunge.
“Sono grato a tutti i leader dell’Unione Europea per la decisione del Consiglio europeo di stanziare 90 miliardi di euro di sostegno finanziario per l’Ucraina nel 2026-2027. Si tratta di un sostegno significativo che rafforza davvero la nostra resilienza”. Lo scrive su X il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. “È importante che i beni russi rimangano immobilizzati e che l’Ucraina riceva una garanzia di sicurezza finanziaria per i prossimi anni. Grazie per il risultato e per l’unità. Insieme, stiamo difendendo il futuro del nostro continente”, ha aggiunto.
“Sono soddisfatta dei risultati di questo Consiglio europeo nei quali ho portato le posizioni alle quali chiaramente ero obbligata dalla risoluzione parlamentare e dalla posizione che abbiamo portato ieri in Parlamento, particolarmente su due temi che per noi erano importanti. Il primo era quello di garantire il necessario supporto all’Ucraina per i prossimi due anni, ma di farlo con una soluzione sostenibile sul piano giuridico e sul piano finanziario. E sono contenta che abbia prevalso il buon senso, che si sia riusciti a garantire le risorse che sono necessarie ma a farlo con una soluzione e una base solida sul piano giuridico e finanziario”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine del vertice Ue a Bruxelles.
“Il tema degli asset rimane nelle conclusioni. La decisione più importante sulla questione degli asset l’abbiamo già presa qualche giorno fa quando abbiamo immobilizzato gli asset garantendo che non vengano restituiti. Nelle conclusioni viene detto che l’Unione europea,e seguendo quella che è la normativa, lo stato di diritto si riserva anche di considerare l’uso di questi asset soprattutto per ripagare il prestito che dovrà fare. Ma questo è un lavoro che deve ancora andare avanti”, aggiunge.

