Usa, 7mila libri banditi dalle scuole Stephen King il più vietato

Usa, 7mila libri banditi dalle scuole Stephen King il più vietato

Secondo l’ultimo rapporto ‘Banned in America’ di Pen

Le opere di Stephen King, maestro dell’horror, risultano tra le più vietate nelle scuole americane secondo l’ultimo rapporto ‘Banned in America’ di Pen, organizzazione che si occupa di libertà di espressione. Nel report si parla, in generale, di oltre 6.800 libri ritirati temporaneamente o permanentemente nell’anno scolastico in corso. Dato in calo rispetto ai 10mila del 2023-2024 ma comunque superiore ai livelli di qualche anno fa, quando Pen non avvertiva neanche la necessità di scrivere un rapporto. Circa l’80% di questi divieti riguarda appena tre Stati che hanno promulgato o tentato di promulgare leggi per la rimozione di libri ritenuti discutibili. “Esistono due Paesi” ha osservato la direttrice del programma Freedom to read di Pen e autrice del report, “e non parliamo solo di Stati rossi (repubblicani ndr) o blu (democratici). In Florida non tutti i distretti scolastici hanno risposto all’invito di vietare i libri. Ci sono differenze da contea a contea”. Secondo Pen i libri di King sono stati vietati 206 volte: 87 le opere interessate, tra cui ‘Carrie’ e ‘L’ombra dello scorpione’.

Il più bandito è ‘Arancia meccanica’

Il libro più bandito in assoluto è, però, ‘Arancia meccanica’, classico distopico anni 60 di Anthony Burgess rimosso ben 23 volte. Hanno subito numerose restrizioni anche ‘Sold’ di Patricia McCormick, ‘Forever’ di Judy Blume e ‘Breathless’ di Jennifer Niven, oltre a numerose opere di Sarah J. Maas e Jodi Picoult. Il bando è spesso motivato dal fatto che i libri in questione contengono temi Lgbtq+, rappresentazioni razziali e passaggi con violenza, anche sessuale. Una tendenza in atto che, secondo Pen, si è intensificata: migliaia di libri sono stati ritirati dagli scaffali in previsione di pressioni comunitarie, politiche o legali piuttosto che in risposta a una minaccia diretta. Per il rapporto si tratta di una sorta di “obbedienza preventiva radicata nella paura o semplicemente nel desiderio di evitare argomenti che potrebbero essere considerati controversi”. Il report arriva in un contesto di continua censura nel Paese, attuata non solo dagli Stati e dagli attivisti conservatori ma anche dal governo federale. Il dipartimento dell’Istruzione ha posto fine a un’iniziativa dell’amministrazione Biden che indagava sulla legalità dei divieti, definendo la questione una “bufala”.

Numeri e metodologia

I numeri di Pen includono la rimozione, da parte del dipartimento della Difesa, di centinaia di libri dalle biblioteche scolastiche K-12 per le famiglie dei militari nell’ambito di una campagna più ampia contro le iniziative Dei (Diversità, equità, inclusione) e contro il pensiero “antiamericano”. In Florida, dove sono stati vietati o limitati più di 2mila libri, una manciata di contee è stata responsabile di molte rimozioni di opere di King: decine di volumi sono stati ritirati l’anno scorso nell’ambito di una verifica della loro conformità alle leggi statali. La metodologia usata da Pen è diversa da quella dell’American library association (Ala), che pubblica anch’essa rapporti annuali sui divieti e le contestazioni. I numeri di Pen sono molto più alti perché l’organizzazione, tra le altre cose, conta tutti i libri rimossi o limitati per qualsiasi periodo di tempo mentre l’Ala considera solo i divieti permanenti. Entrambe le realtà ammettono di non disporre di numeri completi sul fenomeno, poiché i loro rapporti si basano per la gran parte sui resoconti dei media e sulle informazioni ricevute direttamente. Il report di Pen, in particolare, non include i bandi in Ohio, Oklahoma e altri stati a maggioranza repubblicana perché i ricercatori non sono riusciti a trovare una documentazione adeguata. “È sempre più difficile quantificare la portata della crisi del divieto dei libri”, ha affermato Meehan. “In uno stato in cui viene approvata una legge sul divieto di lettura, non abbiamo i dati per sapere se tutte le scuole di quello stato sono state colpite. I nostri dati sono istantanei. Sono quelli che siamo stati in grado di raccogliere grazie a quanto riportato pubblicamente, ai siti web o a quanto scoperto dai giornalisti”, ha concluso. 

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