Le rivelazioni di Data Stampa documentano la viralità della notizia dell'hackeraggio: 11 mila azioni tra gli internauti italiani

Mark Zuckerberg, il guru dei social network, è stato hackerato sugli account Twitter e Pinterest come un comune utente. In Italia, la notizia ha raggiunto il picco più alto di engagement – oltre 11 mila azioni – tra il 6 e il 7 giugno (fonte dati: Data Stampa). Il 'colpo' è stato rivendicato dal collettivo OurMine Team, attraverso il proprio canale Twitter. Proprio come gli utenti meno smaliziati Zuckerberg pare abbia riciclato la medesima password, 'Dadada', per tutti gli account. La parola magica, che ricorda il titolo di una famosa canzone degli anni Ottanta, sarebbe stata recuperata da un database di credenziali rubate durante un attacco pirata a LinkedIn nel 2012, di cui si è avuto notizia solo pochi giorni fa.      

Al secondo posto per numero di azioni di engagement, circa 9 mila, la notizia della possibile reintroduzione dell’uso dello smartphone nelle scuole italiane. Il divieto, come da direttiva del Ministero dell’Istruzione del 2007, risulta ormai obsoleto, tanto che il Sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, ha dichiarato in un’intervista rilasciata ad un importante quotidiano nazionale: "Il governo sta investendo in modo consistente per arrivare ad una digitalizzazione sempre più diffusa nelle scuole. Suona quasi una contraddizione vietare l’uso di qualsiasi dispositivo in classe, durante le lezioni". E, aggiunge, un uso virtuoso e regolamentato della tecnologia potrebbe non solo favorire la didattica, ma contribuire alla lotta contro il cyberbullismo. Spetterà sempre, comunque, a ciascun docente scegliere liberamente se e come consentire ai ragazzi l’utilizzo del telefonino.

L’alert lanciato dal team di ricerca di Check Point Software Technologies ha raccolto circa 3 mila azioni di engagement dalla data di pubblicazione, l’8 giugno: MaliciousChat, una falla nella chat online di Facebook e nell’app Facebook Messenger, ha messo a rischio i dati personali di milioni di utenti. Check Point ha rivelato a Facebook la vulnerabilità prima di svelarla pubblicamente; grazie alla segnalazione, il noto social network ha provveduto tempestivamente a rilasciare una patch che ha risolto la falla evitando in extremis che malintenzionati buontemponi potessero modificare, rimuovere o diffondere messaggi, foto, file, link e quant’altro.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata