L'addio di Valentino Rossi tra macchie gialle abbacinanti, premi alla carriera e sorrisi di gioia e mestizia diventa un 'Celebrity Day' che pochi sceneggiatori sarebbero stati in grado di allestire

L’addio di Valentino Rossi tra macchie gialle abbacinanti, premi alla carriera e sorrisi di gioia e mestizia diventa un ‘Celebrity Day’ che pochi sceneggiatori sarebbero stati in grado di allestire. La vivace e vibrante festa sul palcoscenico di Misano per una icona come il ‘Dottore’, alla sua ultima e commovente recita in terra italiana, si intreccia con il trionfo mondiale di Fabio Quartararo, che approfitta del capitombolo di Pecco Bagnaia a quattro giri dal termine per laurearsi primo campione francese nella classe regina e coronare un sogno inseguito da una vita. Il tutto condito da un’altra storia, quella del rientro tra i vincenti di un ‘cannibale’ come Marc Marquez, che trionfa sulla pista destrorsa del Gp dell’Emilia Romagna imponendo la sua legge pur riconoscendo di aver goduto di una buona dose fortuna.

Bagnaia infatti sembrava invincibile, stava volando verso la vittoria dominando la gara con autorità ma è bastata una leggera sbavatura in curva per ritrovarsi di colpo con il corpo sull’asfalto gettando al vento le poche speranze rimaste per tenere vivo il Mondiale. Marquez ne ha approfittato per involarsi in solitaria verso la vittoria davanti alla Honda di Pol Espargaro dopo aver inseguito per tutta la gara, mentre a Quartararo dopo una costante risalita che lo ha portato fino al terzo posto è bastato arrivare quarto per vincere il titolo. Il sorpasso nel giro finale di Enea Bastianini che gli ha strappato il podio non gli ha infatti impedito di conquistare matematicamente il titolo con due gare di anticipo. Con 65 punti di vantaggio sul pilota piemontese della Ducati è infatti irraggiungibile. Un brutto colpo per Bagnaia che a fine gara è andato a congratularsi con il neo campione del mondo. I due sono stati protagonisti di una stagione vibrante, ma alla fine a meritare è stato il francese che è sempre andato a punti in tutti i Gp, senza mai cadere. E questo ha fatto la differenza.

Non ci credo è un sogno. Non è il modo in cui avrei voluto vincere il campionato, ma devo ringraziare Pecco perché mi ha fatto spingere davvero forte”, ha ammesso il ‘Diablo’ che si è sciolto in un pianto a dirotto, terminato il Gp ha ricevuto l’applauso della curva tutta gialla allestita per il tributo a rossi. Da un campione candidato ad un futuro di gloria ad un altro che invece è ai titoli di coda, spinto comunque da un affetto riconosciuto da tutto il circus. “È stato lungo e bello, talmente bello che forse alle ultime due non ci vado. Ho fatto una gara decente”, ha dichiarato il Dottore, decimo dopo una corsa in rimonta, prima di ricevere dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio il trofeo come icona del Made in Italy. “Ovunque io vada, nella lista di chi mi dice di amare l’Italia c’è sempre Valentino Rossi. Con questo riconoscimento diciamo grazie a un personaggio non solo protagonista del motorsport, che ha rappresentato l’Italia in tutto il mondo facendo sognare milioni di tifosi e che fatto viaggiare il Made in Italy ad altissima velocità sulle due ruote”, è la motivazione con cui Di maio ha consegnato il premio ad un fenomeno delle piste. Pronto adesso, dopo 26 stagioni, a vivere una nuova vita.

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