L’evento dedicato alla nautica heritage, organizzato dallo Yacht Club de Monaco, ospita 130 barche classiche, tra yacht a vela e a motore, e rende omaggio alla tradizione marittima

Eleganza è la parola d’ordine alla Monaco Classic Week. L’evento dedicato alla nautica heritage, organizzato dallo Yacht Club de Monaco, ospita 130 barche classiche, tra yacht a vela e a motore, e rende omaggio alla tradizione marittima.

E proprio in termini di eleganza spicca il Creole, imponente goletta a tre alberi che negli Anni 80 ha visto il proprio destino incrociarsi con quello della famiglia Gucci. “Il Creole è entrato nella nostra famiglia per una grande passione per la vela di mio padre (Maurizio Gucci, ndr) che la vide quando non era al massimo dello splendore e se ne innamorò. Decise quindi di intraprendere questa grande impresa di restraurarla. Quindi, dopo anni di lavori, il Creole ha visto una sua seconda o terza vita e ha iniziato a veleggiare per tutti i mari. Inoltre, sin dall’inizio è stato parte della Classic Week”, racconta a LaPresse Allegra Gucci.  L’imbarcazione, totalmente in legno e con uno scafo a doppio fasciame in teak, è lunga 65,30 metri per circa 10 di larghezza e 5 metri e mezzo di profondità. La superficie velica invece è di circa un chilometro quadrato con tutte le vele spiegate. Il Creole è in buona compagnia. Accanto all’imponente goletta ci sono 130 imbarcazioni, tra cui una quarantina di yacht a vela d’epoca, una sessantina di motoscafi d’epoca e una flotta di 20 Dinghy 12′, ormeggiati per l’evento alla Marina di YCM. “Queste barche meravigliose sono il frutto della passione dei propri proprietari. Fondamentale è l’attenzione al dettaglio alle vernici, alle lucidature, a come si presenta l’equipaggio che diventa un tutt’uno con la barca per rendere l’idea di quello che era all’epoca nel suo originale splendore e di quello che oggi il suo proprietario custodisce come un detentore di un’eredità”, aggiunge. 

Impossibile pensare l’eleganza in mare senza pensare a Riva. La storia del fondatore dello storico cantiere di Sarnico, Carlo Riva, e quella del Principato di Monaco sono legate a doppio filo. “Riva e Montecarlo sono un connubio da tantissimo tempo, dal 1958. Da quando è venuto mio padre qui e con il principe Ranieri è stato realizzato il tunnel scavato nella roccia insieme ai pontili di Port Hercule solo per le barche Riva, che si vendevano tantissimo in quegli anni”, racconta a LaPresse la figlia del fondatore, Lia Riva, che a bordo del motoryacht Lipicar ‘guida’ la caccia al tesoro dedicata ai motorboat il penultimo giorno dell’evento. “Siccome quest’anno è il centenario della nascita del principe Ranieri, i Riva – sottolinea – sono à l’honneur, come si dice qui, proprio perché erano le barche usate dallo stesso Ranieri e dalla sua famiglia. Abbiamo delle foto bellissime tutti sull’Aquarama, sul Tritone, che era di loro proprietà, e avevano anche una barca più piccola, un Super florida”. 

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