Da tempo al centro di discussioni a più livelli, la giustizia sportiva potrebbe essere presto oggetto di una riforma. A giorni sarà formato infatti un gruppo di lavoro a cui prenderanno parte il Ministero dello Sport, il Coni e il Cip. Il tema sarà affrontato sempre nel rispetto dei ruoli e dell’autonomia dello sport. Lo apprende LaPresse da fonti del ministero, dopo la la richiesta del deputato del Pd, Mauro Berruto, di avviare “un’indagine conoscitiva” da parte del Parlamento proprio sul tema della giustizia sportiva. “Credo sia inderogabilmente giunto il momento di normare un sistema che è sfuggito dalle mani e dagli obiettivi originari, usato – con enorme spreco di tempo e risorse – sempre più spesso come clava per demolire gli avversari delle governance federali in fantomatici tribunali dove i giudici vengono scelti e nominati da chi dovrebbe essere giudicato”, ha detto l’ex ct dell’Italvolley. “Uno strumento che non è più all’altezza del suo compito neanche rispetto ai contenziosi legati ‘al campo’ per gli stessi clamorosi motivi. Ho indicato oltre venti soggetti da audire, da tutti i soggetti istituzionali competenti, a partire dal ministro per lo sport Andrea Abodi, fino alle associazioni atleti e soggetti che, sulla propria pelle, hanno vissuto l’esperienza di questa anomalia e stortura del mondo sportivo”, ha aggiunto.
Il presidente Figc a Berruto: “No a delegittimazioni”
Una richiesta, quella di Berruto, che ha subito provocato una alzata di scudi dal mondo dello sport e in particolare dalle varie Federazioni. Tra i primi ad intervenire il presidente della Figc Gabriele Gravina. “Non so a chi faccia riferimento l’on. Berruto tuttavia, rappresentando una Federazione affiliata al Coni, mi sento di rispondere che questa ripetuta delegittimazione degli organi della giustizia sportiva non è accettabile”, ha detto il numero 1 della Federcalcio la cui giustizia sportiva spesso è stata al centro di polemiche in particolare da parte dei tifosi di squadre che non sarebbero state trattate allo stesso modo di altre. “Se Berruto è a conoscenza di fatti gravi, come quelli a cui fa riferimento nella sua dichiarazione, li andasse a denunciare alla Procura della Repubblica facendo nomi e cognomi. Per il bene dello sport, è tempo di assunzioni di responsabilità, non di processi sommari”, ha aggiunto ancora Gravina. “Mi viene da dire che ho fatto bene ed è interessante il tema. Perché se ci sono delle reazioni così ‘reattive’ in pochi istanti significa che è giusto fare quello che io ho proposto, ovvero una indagine conoscitiva”, ha replicato a sua volta ancora Berruto.
Il deputato Pd: “Non mandiamo i carabinieri”
“Tengo a sottolineare che non è che mandiamo i carabinieri nelle sedi delle Federazioni, l’indagine conoscitiva è una indagine. Convoca tutti i soggetti interessati, da quelli istituzionali a quelli direttamente coinvolti, quindi i presidenti federali, i giudici, i procuratori, le associazioni di atleti e tutti coloro che hanno ruolo in quel modello che oggettivamente è un po’ curioso. Ho chiesto anche di confrontarlo con modelli stranieri. In Italia il modello è che i presidenti federali nominino i giudici che potenzialmente sarebbero chiamati a giudicarli. Non entro nel merito se sia giusto o sbagliato, quando quel modello è stato inaugurato evidentemente aveva un senso. Io dico solo che sono passati un po’ di anni”, ha aggiunto a LaPresse. “Il Parlamento convoca e apre un’indagine che ascolta tutti coloro che hanno ruolo in questa partita. La commissione si prende un paio di mesi per chiudere i lavori dopo il ciclo di audizione e produce un documento che dice che questo modello è perfetto, disastroso o migliorabile. Che cosa allora preoccupa così tanto i presidenti federali che hanno risposto in questa maniera?”, si chiede Berruto. “Processi sommari? Ho vissuto 30 anni nel mondo dello sport. Sfido chiunque, di qualunque federazione, a dire che non sia successo in alcune occasioni quello che ho detto”, ha concluso l’ex ct dell’Italvolley.

