Nessun campione olimpico del 2021 si è finora confermato ai Giochi di quest'anno
Bottigliette malandrine e calcoli renali, perfino il covid. E adesso il flessore, che visti i precedenti sembra il guaio minore, quello più comune che “ci può stare negli sport di contatto”. L’infortunio di Vito Dell’Aquila apre una riflessione nella riflessione: nessun campione olimpico di Tokyo 2020 si è finora confermato ai Giochi di Parigi 2024. Almeno quattro di loro condizionati da un infortunio o un malanno.
Il caso Tamberi
Il caso più clamoroso è quello di Gianmarco Tamberi, costretto a ritardare il suo arrivo nella capitale francese a causa di sospetto calcoli ai reni, febbre a 38 e il momento clou della preparazione che fa a farsi benedire. L’azzurro è tornato a stare meglio e oggi ha saltato a 2.24, misura non esaltante ma quanto bastava per ottenere la qualificazione nella finale. Che però era tutt’altro che scontata in un contesto in cui arrivare già sul podio sarebbe per Gimbo un grande successo.
Stano e Palmisano
Ed è il leitmotiv di questa Olimpiade che ripetono i campioni olimpici azzurri usciti con un nulla di fatto da Parigi: “Per me è come se fosse stato un successo”, ha ripetuto Massimo Stano dopo il quarto posto strappato stringendo i denti nella marcia individuale. Un risultato che è arrivato dopo una preparazione a mezzo servizio di soli 55 giorni che lo ha portato a dire: “Quello che ho fatto mi rende orgoglioso, è una mezza vittoria. Il ringraziamento va allo staff medico”, aveva ammesso il marciatore, costretto a comprimere la preparazione dopo un cedimento della caviglia causato da una bottiglietta ad Antalya a pochi mesi dall’Olimpiade.
Una vera maledizione sembra essere anche quella che si è abbattuta sulla compagna di marcia mista, Antonella Palmisano, anch’essa campionessa olimpica a Tokyo e costretta al ritiro invece nella marcia individuale di qualche giorno fa. Dopo la mista di oggi, in cui i due sono arrivati sesti, la rivelazione: “Di tutti gli scenari questo era quello che non avevo proprio previsto, ho vinto l’Olimpiade dove il Covid lo prendevi mettendo anche solo un dito fuori dalla porta, e ho contratto il Covid qui“.
L’infortunio di Dell’Aquila
Nello stesso giorno, il pomeriggio da incubo di Vito Dell’Aquila, costretto ad affrontare il quarto di finale già con il flessore sinistro mezzo lesionato e successivamente a rinunciare anche alla finale per la medaglia di bronzo. E per chi non crede alla sfortuna, c’è anche una spiegazione logica che offre il suo presidente, il numero uno della Federazione italiana taekwondo, Angelo Cito: “Alla maledizione non ci avevo ancora pensato – spiega a LaPresse – ma io propongo questo punto di vista: stiamo parlando di atleti tutti di alto livello. E bisogna dire che la preparazione olimpica per Parigi è durata otto anni. Il posticipo di Tokyo 2020 di un anno non ha consentito agli atleti di fare quell’anno sabbatico dopo i Giochi. Dopo Tokyo hanno subito ripreso a gareggiare ad alto livello per conquistare la qualificazione”. Insomma, una corsa contro il tempo e contro i loro stessi fisici che può aver comportato uno stress ulteriore soprattutto per chi si affacciava a Parigi con la pressione addosso di doversi riconfermare. La speranza per l’Italia di sconfessare la ‘maledizione di Tokyo’ resta appesa alla coppia della vela Tita-Banti e a un sempre possibile miracolo di Gimbo Tamberi.
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