E' il miglior ciclista del momento. Quest'anno ha vinto Tour e Vuelta. Team Sky: "Spiegheremo tutto"

Il mondo del ciclismo è sotto shock. L'inglese Chris Froome, uno dei ciclisti più forti degli ultimi anni, è risultato positivo ad un controllo antidoping effettuato lo scorso 7 settembre durante la Vuelta 2017. Già il 20 settembre la positività gli era stata notificata. Il keniano bianco quest'anno è riuscito in un'impresa epica: si è aggiudicato sia il Tour de France che la Vuelta di Spagna che ora rischia di perdere.

Nelle urine di Froome è stato rilevato un valore eccessivo di salbutamolo, una sostanza proibita ma che serve a curare l'asma. Secondo le regole dell'Agenzia mondiale antidoping, agli atleti è consentito un livello di 1.000 nanogrammi per millilitro. Tuttavia nel campione del 32enne ciclista inglese è stato trovato un livello due volte superiore. L'Uci ha fatto sapere che Froome non è stato sospeso perché il salbutamolo assunto a fini terapeutici non è fra le sostanze per cui la sospensione viene comminata automaticamente.

Nella sua immediata presa di posizione, il Team Sky ha spiegato che Froome "soffre di asma fin dall'infanzia e utilizza un inalatore per prendere un farmaco comune, il salbutamolo, per prevenirne e alleviarne i sintomi".

"E' ben noto che ho l'asma e so esattamente quali sono le regole", ha detto lo stesso Froome nel comunicato. "Uso un inalatore per gestire i sintomi (sempre entro i limiti ammissibili) e so bene di essere testato ogni giorno quando indosso la maglia di leader della gara", ha aggiunto il 32enne ciclista inglese.

Durante la settimana finale dell'ultima Vuelta, Froome ha sofferto di sintomi di asma acuta. Su consiglio del medico del Team Sky, ha usato un dosaggio più elevato di salbutamolo (sempre entro le dosi ammissibili). "La mia asma è peggiorata alla Vuelta così ho seguito il consiglio del medico della squadra di aumentare il dosaggio di salbutamolo. Come sempre, ho usato la massima cura per essere sicuro di non aver superato la dose ammissibile", ha confermato Froome.

Una vicenda che rischia di minare la reputazione del campione inglese, da sempre oggetto di 'sospetti'. "Io prendo molto sul serio la posizione di leadership nel mio sport. L'UCI fa assolutamente bene ad esaminare i risultati dei test e, insieme con il team, fornirò tutte le spiegazioni richieste", ha dichiarato ancora il vincitore in carriera di quattro Tour de France e una Vuelta.

"Ho la massima fiducia che Chris abbia seguito le guide mediche. Naturalmente, faremo tutto il possibile per aiutare a rispondere a tutte queste domande", ha dichiarato anche il Team Principal del Teram Sky Sir Dave Brailsford.

Sulla vicenda è intervenuto Vincenzo Nibali, grande rivale di Froome. "E' presto per esprimere un pensiero. Di certo è una bruttissima notizia per il movimento e anche per il sottoscritto", ha detto ai microfoni di Tuttobiciweb. "Se fosse confermata la sua positività, nessuno mi ridarebbe l'emozione di vincere di nuovo la Vuelta e salire sul gradino più alto sul podio di Madrid", ha aggiunto lo Squalo dello Stretto intercettato durante un periodo di allenamenti in Croazia.

In passato altri ciclisti sono incappati nella positività al salbutamolo, fra i quali il grande campione spagnolo Miguel Indurain e Alessandro Petacchi. Proprio lo sprinter spezzino, sofferente di asma, venne trovato positivo per una quantità superiore al consentito e pertanto condannato dal Tas ad un anno di squalifica con la perdità delle 5 vittorie al Giro del 2007. Recentemente Diego Ulissi è stato squalificato per nove mesi nel 2015, sempre per valori troppo alti di salbutamolo. Froome rischia quindi da una ammenda ad una squalifica che scatterà dal momento in cui gli sarà comminata. Difficile dire se effettivamente il corridore inglese rischia di perdere il titolo vinto alla Vuelta. Su questo gli organizzatori della corsa hanno invitato "alla prudenza". A questo punto rischia di essere in forse anche la partecipazione di Froome al Giro e al Tour del prossimo anno.

 

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