La gioia di capitan Parisse: "Sono estremamente orgoglioso per la vittoria di oggi"

Quella del 19 novembre è una data destinata a entrare di prepotenza nella storia del rugby italiano. Nella cornice del 'Franchi' di Firenze gli azzurri riscrivono la storia: per la prima volta in assoluto la nazionale guidata da Conor O'Shea ha battuto il Sudafrica (20-18) dopo esser stata sempre sconfitta nei dodici precedenti disputati. Una vittoria in rimonta, sofferta e sudata, ma cercata con grande determinazione da Parisse e compagni, che hanno approfittato del difficile momento storico degli Springboks (al sesto ko nelle ultime sette partite) per cogliere un risultato storico che potrebbe dare nuovo impulso ed entusiasmo in Italia al movimento della palla ovale, che spesso non è riuscito a tradurre in risultati positivi l'enorme seguito nato negli ultimi anni attorno alla nazionale. Vero che questo è forse il peggiore Sudafrica della storia, e sarà pur vero anche che quello del Franchi era un semplice test match, ma queste due condizioni non sminuiscono la portata dell'impresa realizzata dagli azzurri, capaci in ogni caso di battere quella che attualmente è la quarta forza del rugby mondiale dietro Nuova Zelanda, Inghilterra e Australia (l'Italia è tredicesima nel ranking) e due volte campione del mondo, nel 1995 e nel 2007.

La partita in sé ha riservato emozioni a non finire e continui rovesciamenti. Se la meta iniziale di Habana poteva tagliare le gambe alla squadra di O'Shea, la replica immediata di Van Schalkwyk, sudafricano d'Italia, ha lasciato intuire che gli azzurri potessero restare in partita fino alla fine. La precisione di Canna e Padovani consentiva poi agli azzurri di restare a contatto del Sudafrica nonostante la meta di de Allende e la trasformazione di Lambie. Nel secondo tempo ancora Lambie con una punizione aumentava il vantaggio in favore degli ospiti, ma la meta dell'abruzzese Venditti faceva esplodere di gioia il Franchi di Firenze. In una sfida punto a punto che ha esaltato l'ardore del 'guerriero' Favaro, era il piede di Canna a portare avanti gli azzurri sul 20-18 poco dopo l'ora di gioco. Solo a quel punto Parisse e compagni cominciavano ad accarezzare per davvero un sogno che con il passare dei minuti ha iniziato ad assumere sempre più i contorni della realtà. Nel finale c'era anche spazio per recriminare per una meta annullata a Fuser, che non cambiava però la storia del match. Al fischio arbitrale il boato del Franchi può celebrare così l'impresa azzurra.

Le critiche dopo la pesante sconfitta con gli All Blacks vengono spazzate via in un colpo solo, la festa può iniziare. "Sono estremamente orgoglioso per la vittoria di oggi, abbiamo vinto una partita storica contro gli Springboks – ha evidenziato capitan Parisse – Abbiamo affrontato una grande nazionale, che seppur in un momento di difficoltà resta una squadra con grande abilità. Sono anni che ci trovavamo vicini a vincere grandi partite come questa, ma senza riuscire  a portare a casa il risultato. Siamo all'inizio di un cambiamento, ora dobbiamo goderci questa storica vittoria, ma dobbiamo continuare a lavorare per migliorarci ancora". Concetto ripreso anche dal ct O'Shea. "Sono troppo contento per i giocatori e per tutti gli appassionati che ci seguono. Per noi questo risultato deve essere solo l'inizio, una bell'inizio da cui partire – ha sottolineato – Abbiamo ancora molto da fare per cambiare il rugby in Italia, ma abbiamo il giusto potenziale e abilità per farlo". Di certo battere una squadra dell'emisfero australe, impresa mai riuscita finora all'Italrugby, rappresenta un bel biglietto da visita.

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