Il presidente e ad di Rcs avverte: "Il Tour de France ci ha staccati sui ricavi, dobbiamo recuperare"

"Di Giri d'Italia ne ho visti tantissimi. Ero tifoso di Gimondi da bambino, poi c'era il momento in cui Eddie Merckx ci faceva penare. Successivamente Pantani mi ha riportato al ciclismo. Anche a me piaceva andare in bici da piccolo, ma quelle salite lì erano pesanti. Era più facile scalare la Rizzoli". Scherza così il presidente e ad di Rcs, Urbano Cairo, alla presentazione del 100esimo Giro d'Italia al Palazzo del Ghiaccio di Milano.

"Il Giro d'Italia credo che sia una corsa straordinaria. Deve ritornare a essere non da meno rispetto al Tour de France, che in qualche modo ci ha staccati sui ricavi. Dobbiamo recuperare non solo per motivi economici. Il Giro è nel Dna di tutti gli italiani, è veramente un patrimonio di tutti gli italiani. Io da bambino non me ne perdevo uno", ha proseguito Cairo.

"Mi ricordo l'ultimo Giro vinto da Gimondi nel '76. Stavo preparando la maturità. Quando Felice ha vinto, ho fatto un taglio tale da tagliarmi la mano con un lampadario a casa di mia nonna", ha poi raccontato Cairo prima di ritirare una maglia rosa firmata dall'ultimo vincitore del Giro, Vincenzo Nibali.

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