L'Italia può sorridere anche per i due successi di Diego Ulissi, ultimo sprint vinto da Arndt. Lo 'squalo' ora punta a Rio
Dall'inferno al paradiso in meno di una settimana. Vincenzo Nibali conquista il suo secondo Giro d'Italia in carriera in maniera diametralmente opposta a quello vinto nel 2013, corso da padrone fin dall'inizio e chiuso con quasi cinque minuti di vantaggio sul secondo in classifica, il colombiano Rigoberto Uran. Allora lo 'squalo dello stretto' suggellò un Giro perfetto con lo storico trionfo sotto la neve sulle Tre Cime di Lavaredo, questa volta l'immagine simbolo è racchiusa nel pianto a diretto appoggiato sul manubrio appena tagliato il traguardo dopo la vittoria a Risoul. Ovvero lì dove è iniziata la rimonta in una corsa che sembrava pienamente nelle mani – e nelle gambe – di Steven Kruijswijk, che ha visto infranti i propri sogni in rosa sbattendo contro la neve sulla discesa del Colle dell'Agnello. Già, perché il Giro di Nibali è stato tutto in salita. Il punto più basso è stato toccato nella cronometro dell'Alpe di Siusi, dove il capitano dell'Astana ha dovuto far fronte a problemi meccanici e ad alcuni tifosi troppo 'calorosi' che l'hanno ostacolato. Due giorni dopo sull'arrivo ad Andalo il corridore messinese ha pagato nuovamente dazio, ritrovandosi a 4'43" dalla maglia rosa. Un'eternità per tutti, non per lui. Si è arrivato addirittura a ipotizzare un ritiro per problemi fisici, si è parlato di un Nibali con la testa altrove per il suo possibile (probabile?) divorzio dall'Astana a fine stagione. Poi, sulle Alpi, come solo i più grandi sanno fare, è arrivata la reazione da campione. L'acuto di Risoul, che ha rimesso tutto in discussione, con la maglia rosa passata sulle spalle di Chaves, è stato il primo atto dell'impresa che ha visto la sua epica conclusione a Sant'Anna di Vinadio. Dove lo squalo ha sentito l'odore della preda e, grazie al fondamentale contributo dai compagni di squadra, da Fuglsang a Kangert fino a Scarponi, ha staccato Chaves, conquistando un Giro in cui partiva con i favori del pronostico e che a un certo punto sembrava esser sfuggito definitivamente. Nibali, dopo il trionfo, pensa già al Tour de France (dove aiuterà il compagno Fabio Aru) e soprattutto alle Olimpiadi di Rio 2016.
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