Milano, 9 nov. (LaPresse) – “Repesa è un insegnante, un maestro di pallacanestro. Mi chiede più leadership, di essere più vocale con i miei compagni, di dare sempre il buon esempio, di essere un leader positivo”. Così Alessandro Gentile, capitano dell’Olimpia Milano, in un’intervista a Fox Sports, a proposito del suo rapporto con il coach Jasmin Repesa. “La Nazionale? In Italia c’è la tendenza a dare giudizi un po’ troppo in fretta. Abbiamo perso la prima partita contro la Turchia e tutti scrivevano che eravamo una squadra pessima. Poi abbiamo battuto la Germania – ha aggiunto – e sembrava avessimo vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi. Abbiamo fatto un buon Europeo. Siamo usciti con una squadra che poi ha eliminato la Serbia in semifinale”.
“L’Nba? La vedo come una cosa lontana ma non lontanissima. Non guardo ancora le partite dei Rockets come se fossero la mia squadra. E’ un sogno. In America c’è un modo diverso di vivere il basket”, ha spiegato Gentile. “I miei obiettivi? Vincere il campionato di nuovo con Milano e partecipare alle Olimpiadi. Voglio anche vincere qualcosa con la Nazionale”, ha detto poi la stella azzurra del basket. Che poi ha raccontato un aneddoto sulla sua infanzia: “Sono stato un po’ cittadino del mondo, rapportandomi con culture diverse. Da piccolo in Grecia ho iniziato a giocare a calcio ma fin da subito ho capito che non ero molto adatto a questo sport. Nella prima partita ufficiale feci due autogol. C’è stato un po’ di rifiuto a casa mia sul basket, perché si parlava solo di pallacanestro”, ha concluso il figlio di Nando Gentile.
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