di Alessandra Lemme

Frosinone, 20 ago. (LaPresse) – A Frosinone tutto è pronto, o quasi, per lo storico esordio dei giallazzurri in serie A. Il mister Stellone è alle rifiniture in vista della partita di domenica, ore 20:45, contro i suoi ex compagni di squadra del Torino; la questura ha riunito ieri il Gruppo operativo per la sicurezza (Gos) e definito gli ultimi dettagli organizzativi; Nicola Ottaviani, che oltre a essere il primo cittadino del comune ciociaro e’ anche tra i primi tifosi della squadra, si prepara a tornare dai cinque giorni di villeggiatura che si è concesso subito dopo aver acquistato, di tasca propria, l’abbonamento per la stagione 2015/16.

L’attesa dei frusinati per il campionato la si è vista il 13 agosto, dalle code davanti ai botteghini dove in poche ore sono terminati i 6.400 abbonamenti stagionali disponibili per lo stadio Matusa. In tanti sono rimasti a mani vuote e si preparano a riempire i club giallazzurri che hanno aperto nelle ultime settimane: la società ne ha contati una quindicina, tra ufficiali e non. Due giorni fa è stato inaugurato, alla periferia di Frosinone, il club ‘Fedelissimi’: 170 iscritti, tra i quali circa 70 donne. “Ci hanno convinto le nostre signore a riaprire il centro che era stato chiuso quando la squadra era finita in Lega Pro”, spiega il presidente Marcello Nanogitis, ex calciatore, da sempre tifoso e abbonato.

“Abbiamo allestito anche un proiettore per far vedere le partite a chi non è riuscito ad acquistare il biglietto – dice Nanogitis – e stiamo già organizzando le trasferte a cominciare dalla seconda di campionato che sarà a Bergamo, contro l’Atalanta”. L’entusiasmo fa superare facilmente, almeno ai tifosi, anche le difficoltà pratiche. Domenica sarà chiusa al traffico tutta l’area vicina allo stadio, a cominciare da via Marittima, una delle strade principali, che divide in due Frosinone collegandolo all’autostrada.

“Non sarà facile, dal punto di vista organizzativo, la serie A è un salto enorme rispetto alla B – sottolinea Ernesto Salvini, direttore generale del Frosinone – ma poter giocare nel nostro stadio e’ la nostra prima vittoria della stagione”. Alle finestre dei palazzi si vedono ancora decine di bandiere giallo azzurre, ormai scolorite dopo mesi di sole, e l’entusiasmo per l’esordio nella massima serie calcistica fa mettere da parte almeno un po’ delle preoccupazioni che qui, più che altrove, vivono in tanti.

La squadra ciociara è un piccolo miracolo sportivo in una provincia impoverita dalla crisi economica, con un tasso di disoccupazione (18,5% nel 2014) che supera di sei punti percentuale quello medio italiano. La crisi degli ultimi anni ha colpito tutti, senza esclusioni: solo il 47,4% della popolazione della provincia di Frosinone ha ancora un lavoro e il numero dei disoccupati è raddoppiato in tre anni, passando secondo l’Istat, da 17mila nel 2011 a 36mila nel 2014. I giovani soffrono ancora più degli adulti la crisi, basti pensare che la percentuale di chi, sotto i 24 anni, trova un lavoro è scesa dall’23,6% nel 2004 all’11,9% lo scorso anno.

Nicola Ottaviani si augura che, grazie al campionato, si possa dare un calcio anche alla crisi: “Questa stagione è un pezzo di storia – sottolinea – che coinvolge tutta la città sotto il punto di vista sociale e, speriamo, economico”. “Per noi riuscire a rimanere in serie A – conclude Ottaviani – sarebbe come vincere la Champions League”.

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