Roma, 29 lug. (LaPresse) – “Il clima generatosi intorno alla squadra, in relazione al provvedimento disciplinare nei confronti di quattro atleti da me deciso in occasione della Final Six di World League a Rio de Janeiro, mi ha reso consapevole di non sentire più quella fiducia completa nel mio operato che sempre ho sentito e che è condizione necessaria per poter svolgere questo straordinario compito”. Queste le prime parole di Mauro Berruto, che oggi ha rassegnato le dimissioni da ct della nazionale maschile di volley.

La frase, pubblicata sul sito del tecnico, è riferito all’azione disciplinare durante la World League contro Dragan Travica, Ivan Zaytsev, Giulio Sabbi e Luigi Randazzo. Berruto ha spiegato così la sua decisione: “Il dolore di rinunciare al mio ruolo di ct a un mese dell’obiettivo verso il quale tutto il mio lavoro era stato indirizzato nel quadriennio olimpico, non è negoziabile rispetto alla difesa di valori che ritengo fondamentali quali il rispetto delle regole e della maglia azzurra. Valori che ritengo altresì fondamentali nella mia visione di sport”.

L’ormai ex selezionatore azzurro ha ringraziato “i 13 protagonisti di quelle due partite dopo la mia decisione (contro Serbia e Polonia , ndr) perché il coro di chi ha letto nella mia decisione incapacità di gestione, inadeguatezza al ruolo, danno economico o addirittura causa scatenante di una brutta immagine per il nostro movimento mi fa pensare che il rispetto delle regole sia diventato merce negoziabile davvero. Se così è il mio passo indietro è dovuto, perché non è e non può essere questo il mio modo di intendere lo sport e fare il commissario tecnico”, ha aggiunto Berruto.

L’ex tecnico di Macerata sul proprio sito non ha dimenticato coloro che lo hanno sostenuto nella sua avventura in azzurro: “Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato con me in questi anni, atleti e membri dello staff, perché tutti mi hanno insegnato delle cose, tutti gli staff delle squadre nazionali giovanili e in particolare Mario Barbiero e il presidente Magri per aver realizzato, il 17 dicembre del 2010, il mio più gigantesco sogno di bambino“.

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