di Alessandro Banfo
Torino, 27 lug. (LaPresse) – Da un lato la più forte attaccante della storia del calcio femminile italiano con quasi 600 gol in carriera, dall’altro l’atleta azzurra più medagliata di tutti i tempi (tre ori olimpici individuali e tre nelle gare a squadre, sei titoli mondiali, cinque europei e undici Coppe del mondo). Patrizia Panico e Valentina Vezzali sono le protagoniste di un vero e proprio caso, dopo che la calciatrice ha promosso una petizione su change.org per bocciare la nomina della Vezzali a ministra dello Sport.
In nemmeno 10 giorni, la petizione-protesta raggiunge le 25mila adesioni e spopola su Twitter con l’hashtag #VezzaliNoGrazie. Nonostante il dichiarato appoggio del premier Renzi, la Panico non ha usato mezzi termini per boicottare la candidatura della campionessa di Jesi, con attacchi ben circostanziati. “Aspettiamo un ministero guidato da una figura di alto profilo che sia politica e tecnica nello stesso tempo. Abbiamo appreso da organi di stampa che sia in corsa, per questo importante incarico, la deputata Vezzali, distintasi sicuramente per meriti sportivi, ma anche per discutibili dichiarazioni (il suo ‘da lei mi farei ‘toccare’ detto a Berlusconi e le sue posizioni retrive sulla famiglia naturale)”, si legge nel testo. Poi la seconda bordata: “Non mi sembra nemmeno di ricordare mai un suo intervento a sostegno delle nostre battaglie contro le discriminazioni nello sport femminile”.
La replica della schermitrice è arrivata prontissima sulle pagine del ‘Corriere della Sera’: “Questo attacco fa male, secondo me, a tutto il mondo sportivo. E alle atlete donne in particolare. Ma siamo in democrazia e ognuno è libero di pensarla come vuole. Sono 25mila quelli che hanno sottoscritto l’appello? E va bene, li rispetto, ma in Italia siamo 60 milioni…”. Ma la posizione della Panico non sembra essere cambiata, come spiega lei stessa a LaPresse, perfino sorpresa dal successo della sua iniziativa: “Non mi aspettavo un seguito così, evidentemente quello che ho detto non è così sbagliato. Ma io non vado contro la Vezzali, la stimo come atleta e sono pronta a telefonarle perché si è creato un polverone troppo negativo”.
Patrizia Panico, come mai è così critica per la possibile nomina della Vezzali a ministra dello Sport?
“Perché non ha fatto nessuna battaglia per lo sport femminile. Lei non si è mai schierata a favore di nessuno a parte qualche commento su Facebook davvero estemporaneo. La sua nomina sarebbe una scelta solo politica, non meritocratica”.
Lei nella petizione ha tirato in ballo il siparietto con l’ex premier Silvio Berlusconi, ma la Vezzali ha recentemente chiarito che era solo una battuta legata al gergo della scherma…
“Fu un episodio molto sgradevole dal mio punto di vista. La frase in questione non merita risposta ma io faccio riferimento a questioni più importanti. Lei ha detto che si è schierata a favore delle rugbiste per i bassi salari percepiti ma se voi chiamate i sindacati delle atlete sentirete solo delle smentite. Oppure basta chiedere all’associazione Assist (l’Associazione nazionale atlete, ndr): non hanno notizie di lei…”.
In una sua recente dichiarazione ha fatto riferimento anche a una frase della Vezzali sostenitrice dell’unione tra uomo e donna, mentre ora si è detta favorevole alle unioni civili. Quanto pesa questo tema nella sua iniziativa?
“Lei ha risposto di amare suo marito e poi ha fatto questa retromarcia… Io non voglio mettere in dubbio il matrimonio tradizionale, ma voglio allinearmi alla mentalità europea: ormai in tutti i paesi ci sono leggi a favore delle unioni di fatto. Io credo che per la Vezzali la sua presenza al Family day parli da sé… La mia petizione era un modo per dire ‘svegliamoci, dobbiamo fare qualcosa per lo sport femminile perché gli altri non lo stanno facendo’. La Vezzali per esempio dopo le frasi di Belloli non ha detto nulla, è disinteressata al tema”.
Che tipo di figura vedrebbe bene al ministero dello Sport?
“Io credo che Josefa Idem sarebbe perfetta. E’ una grande atleta, è all’interno della politica e ha lottato tanto per le donne. In primo luogo si è battuta per cambiare lo status da dilettantismo a professionismo, e ha messo in luce il problema delle tutela delle atlete incinte nello sport. La Idem è interessata a 360° al mondo sportivo femminile e non si è focalizzata solo alla canoa o alle esigenze del partito”.
E se qualcuno facesse il suo nome, lei accetterebbe?
“No, assolutamente no. Non mi permetterei mai di intraprendere una carriera simile, non ho le capacità giuste. Mi sembrerebbe di rubare lo stipendio, sono solo una calciatrice”.
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