Nazionale, Conte: Scelta di cuore, spero la sia cosa giusta

Nazionale, Conte: Scelta di cuore, spero la sia cosa giusta

Milano, 17 mar. (LaPresse) – Sicuramente da quando sono commissario tecnico della Nazionale faccio qualcosa di diverso rispetto al passato: prima avevo un contatto quotidiano con i giocatori e con il profumo dell’erba, ma ho deciso con il cuore e sono andato a scegliere la Nazionale in un momento non semplice, mi auguro che sia la cosa giusta”. Il ct della Nazionale Antonio Conte in un’intervista rilasciata al settimanale ‘Chi’, in edicola da domani, ha parlato della sua avventura sulla panchina azzurra. “Non è che manca il club. A me piace lavorare, vorrei lavorare, e mi sono accorto che in questa veste è più difficile farlo con una certa continuità e questo mi ha, fra virgolette, un po’ deluso – ha proseguito l’allenatore salentino tornando sul discorso degli stage – Stiamo lavorando per far crescere un gruppo di giovani emergenti insieme con i vecchi, speriamo nei risultati”.

A proposito dei suoi metodi ritenuti ‘duri’, Conte ha riposto che “quando una squadra mi chiama lo fa perché vuole vincere, una volta che ottengo l’obiettivo, l’importante è quello, le altre cose sono relative – ha sottolineato – Partiamo dal presupposto che da me ci si aspetta sempre il massimo risultato. Non è che chiedo troppo ma so anche che, nell’immaginario collettivo, se una squadra prende Conte deve vincere. Negli ultimi sei anni ho vinto cinque campionati (tre di A e due di B, ndr), e la mia storia porta ad avere pressioni. ‘Con Conte si vince’, dicono”. Conte ha parlato anche della Champions League, trofeo che non è riuscito a sollevare nella sua esperienza alla Juventus. “Bisogna avere pazienza e anche l’umiltà di capire che oggi ci sono squadre di altri Paesi con più esperienza e più soldi che, per ora, la fanno da padroni – ha evidenziato – Detto questo, in Champions puoi andare avanti anche se hai un sorteggio favorevole, se non becchi il Bayern o il Real sino alla finale”.

Il ct ha difeso poi Arrigo Sacchi, accusato di razzismo per aver detto che “ci sono troppi giocatori di colore nei settori giovanili”. “Rispetto al 2006, quando l’Italia vinse il Mondiale, Lippi poteva scegliere fra un 64% di giocatori italiani; oggi ho a disposizione un 33-34%. Questo dato ti fa capire la difficoltà che ho nel selezionare i giocatori, è un grido che lanciamo da tempo ma non viene recepito – ha spiegato Conte – Dispiace per Sacchi, per come è stato trattato, perché conosco la persona e il suo intendimento non era razzista, ma ho capito che in Italia tante volte ci facciamo male da soli”. Sul proprio futuro il tecnico pugliese lascia aperta ogni strada. “Il sogno? Continuare a insegnare calcio oltre a vincere. Adesso sono in Nazionale – ha concluso – Poi deciderò se cimentarmi all’estero o magari sposare qualche bel progetto in Italia”.

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