Roma, 19 dic. (LaPresse) – “Auguri per la candidatura di Roma per ospitare i Giochi Olimpici 2024. Io non ci sarò!”. Arriva direttamente dalla bocca di Papa Francesco la ciliegina sulla torta del Coni. Nell’anno in cui ha festeggiato il suo centenario il Comitato Olimpico Italiano trova la benedizione del ‘Pontefice sportivo’ per quella che è la sua sfida più grande: riportare a Roma i Giochi Olimpici dopo l’edizione del 1960. Parole che non saranno sfuggite ai cinque membri del Cio, Claudia Bokel (ex schermitrice e presidente commissione atleti), Kirsty Coventry (ex campionessa olimpica di nuoto), José Perurena (presidente mondiale della canoa), Marisol Casado (presidente mondiale del triathlon) e Lambis Nikolaou (uno dei membri più anziani del Comitato Olimpico), presenti a San Pietro per la Messa degli Sportivi officiata da Gianfranco Ravasi presidente del Pontificio Consiglio della Cultura del Vaticano.

Nel corso della sua omelia il porporato ha ricordato come: “l’accordo fra la cattolicità ed il mondo dello sport ha alle spalle un itinerario lungo iniziato nelle pagine del Nuovo Testamento. Lo stesso Gesù si affacciava sulle piazze dove i bambini stavano giocando”. Ravasi ha poi inviato un vero e proprio monito agli atleti per fare in modo che lo sport preservi la purezza e l’innocenza “senza subire trasformazioni affidate ad elementi fisici, chimici o materiali”. Parole che sono stato ascoltate con attenzione dai tanti campioni di oggi e di ieri presenti in Vaticano da Sara Simeoni a Nino Bevenuti passando per Arianna Errigo ed anche Carolina Kostner. Il cardinale ha concluso auspicandosi che “visto il legame con il Coni questo incontro si ripeta ogni anno, se non qui altrove”.

Il ‘piatto forte’ della giornata è arrivato però al termine della Santa Messa quando, fra l’applauso degli oltre 10mila presenti in basilica, fra i quali anche il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport Graziano Delrio ed il ministro della Difesa Roberta Pinotti, è arrivato Papa Francesco per il suo saluto al mondo degli sportivi. Dopo aver fatto gli auguri al Coni per il suo centenario Bergoglio ha ricordato come “lo sport è di casa nella chiesa e questo incontro ne è la prova. Da sempre lo sport ha favorito l’universalismo fra popoli, pace fra nazioni e rispetto della diversità. Un evento sportivo, soprattutto quello olimpico, dove si confrontano rappresentanti di nazioni con storie, culture, tradizioni, fedi e valori diversi, può diventare tramite di una forza ideale capace di aprire vie nuove, a volte insperate, nel superamento di conflitti causati dalla violazione dei diritti umani”.

“La ‘benedizione’ del Papa sulla candidatura alle Olimpiadi le altre candidate non possono averla? Altri hanno altre cose. La Città del Vaticano è dentro la città di Roma…”. Le prime parole di un’emozionato Giovanni Malagò. “E’stata una giornata fantastica – ha aggiunto il numero uno del Coni – più di 10mila persone in Basilica, la piazza strapiena una partecipazione corale di tutto nostro mondo e l’invito a farlo sempre tutti gli anni. Qui si lavora sui valori, sulle linee guida di quello che cerchiamo di fare noi e quello che anche il Papa oggi ha voluto sottolineare. E’ stato qualcosa di eccezionale”. Del resto, come precisato da Bergoglio: “Il motto olimpico ‘Citius, altius, fortius’ non è un incitamento alla supremazia di una nazione sull’altra, di un popolo su un altro popolo, e nemmeno all’esclusione dei più deboli e dei meno tutelati, ma rappresenta la sfida a cui siamo chiamati tutti, non solo gli atleti: quella di assumere la fatica, il sacrificio, per raggiungere le mete importanti della vita, accettando i propri limiti senza lasciarsi bloccare da essi ma cercando di superarsi”.

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