Roma, 15 ott. (LaPresse) – “Come posso essere l’erede di Totti? Tutti sognano di essere l’erede di Totti ma non è facile. Totti è Totti, è qualcosa di più del solo calcio. Ha fatto la storia del calcio italiano, è una leggenda. È bellissimo il fatto che non abbia mai cambiato maglia. Ha avuto fortuna, a non dover mai cambiare maglia”. Miralem Pjanic, centrocampista e pedina chiave della Roma di Rudi Garcia, fissa le gerarchie in un’intervista al sito ‘Ultimouomo’. Con Totti, spiega il bosniaco, “ci troviamo bene in campo, capiamo i movimenti l’uno dell’altro. È la quarta stagione che giochiamo insieme. Io so molto bene come gioca lui, lui sa molto bene come gioco io. Quando vedo che lui viene un po’ più basso, vado io più alto. So come lui vuole la palla… ci capiamo, è diverso e mi sento molto bene come gioco adesso”. Sul tema tattico, Pjanic sottolinea che “il mio posto è dove gioco adesso. La mezzala in un 4-3-3. In un centrocampo dove gestiamo la partita, dove abbiamo sempre il possesso, senza paura di tenere la palla. Questo è il mio gioco. E gioco con calciatori straordinari che capiscono davvero molto di calcio. È facile giocare in questo modo, quando il mister ti chiede di giocare in questo modo”.
Pjanic torna sui problemi avuti durante la gestione Zeman: “Secondo me Zeman – chiarisce il centrocampista – è un bravo allenatore. Forse però voleva un certo tipo di giocatori che non aveva qui. Forse dovevamo giocare in un’altra maniera, perché i giocatori a disposizione facevano un altro tipo di gioco. Lui chiede spesso ai centrocampisti di buttare la palla in avanti, di verticalizzare, sempre. A me piace giocarla come la sento io. Come mi chiede il mister adesso: Fai quello che senti perché tu sei quello che decide, tu devi fare il tuo gioco. La differenza oggi è che mi sento molto più libero”. Con il tecnico francese, aggiunge il bosniaco, “abbiamo le idee molto più chiare. Sappiamo come vuole che giochiamo. Siamo molto più forti tatticamente, equilibrati. Sappiamo i compiti di tutti, e se uno non è al suo posto c’è qualcun altro che lo copre, ci battiamo l’uno per l’altro, corriamo, diamo una mano a quello che magari è meno in forma. È tutta la squadra che fa la differenza, e questo è lo spirito che il mister ha portato con sé”.
Il bosniaco promette fedeltà ai giallorossi: “Il calcio è cambiato e a volte sono le società ad aver bisogno di soldi, non è sempre il calciatore che va via. Io ho avuto l’opportunità di andar via, però mi sento così bene che, mi chiedo, perché devo andar via se amo questa squadra, se amo questa città e voglio vincere qui?”. Riguardo il futuro e la possibilità che possa fare l’allenatore una volta appesi gli scarpini al chiodo, Pjanic commenta: “Non ci ho ancora pensato. Anche perché, spero, è un momento ancora lontano. Però penso di sì, perché amo talmente tanto il calcio che sarà dura uscirne”.
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