Milano, 3 lug. (LaPresse) – “Vincere è ciò che conta”. Così Marco Belinelli, fresco campione Nba con la maglia dei San Antonio Spurs ospite nella sede di via Solferino de ‘La Gazzetta dello Sport’, ha commentato il successo personale ottenuto oltreoceano con la franchigia texana. “Se ho vinto è per merito della famiglia che ho e per gli amici che ho accanto. Un altro aspetto fondamentale sono state le critiche che ho ricevuto, mi hanno spinto a lavorare giorno per giorno fino ad arrivare alla vittoria. Le statistiche e le parole possono essere discusse – ha aggiunto il cestista azzurro – aver vinto il titolo resterà per sempre impresso nella storia. E’ stata un’emozione enorme essere il primo italiano a salire sul tetto della Nba, per questo ho deciso di tatuarmi il trofeo sul braccio, i miei amici mi spingevano a farlo già prima, ma lo avrei fatto solo in caso di un grandissimo successo come quello ottenuto”.

Belinelli ha trovato a San Antonio un ex-compagno illustre: “Manu Ginobili è stato importantissimo, parla con me in italiano durante gli allenamenti, ci avevo già giocato nel 2003 nella Virtus Bologna con cui mi sono allenato quando avevo 16 anni, e iniziare vicino a campioni come lui, Jaric, Rigaudeau è stato fondamentale”, così Belinelli riguardo al rapporto con l’argentino, esploso in Italia a Reggio Calabria e a Bologna prima di volare negli States a San Antonio. “Tutti i miei anni in Nba sono stati importanti, a partire da Golden State”, ha proseguito. “L’anno scorso a Chicago ho avuto la fortuna di essere allenato da Tom Thibodeau, un allenatore che mi ha fatto fare il salto di qualità e di approdare agli Spurs, una squadra da titolo”.

In Italia Belinelli ha solo sfiorato lo scudetto: “Mi dispiace che Bologna non sia più la città del basket italiano. Ho indossato la maglia della Virtus e della Fortitudo, il calore del Palazzo bolognese è incredibile, spero che la ‘Effe’ torni presto dove le compete”, ha spiegato l’azzurro. “Negli Stati Uniti – ha proseguito – l’atmosfera sugli spalti è fantastica, ho giocato a Chicago, davanti al pubblico che ha applaudito Michael Jordan, Scott Pippen, Dennis Rodman, e ora sono un giocatore degli Spurs, San Antonio è una città che vive di basket, vedere 78mila persona alla sfilata per la premiazione – ha aggiunto Belinelli – mi ha trasmesso emozioni indescrivibili”.

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