Milano, 22 mag. (LaPresse) – “Non sono uno che ama gesti troppo plateali e costruiti, il razzismo si combatte in silenzio e nel quotidiano”. Il difensore della Juventus Giorgio Chiellini, in una Twintervista realizzata da Luca Dini, il direttore di Vanity Fair, ha spiegato i motivi per cui non mangerebbe una banana contro il razzismo. Alla domanda sul perché abbia scritto un libro su Scirea, il giocatore bianconero risponde “perché è una persona che ammiro e da cui anche le nuove generazioni dovrebbero prendere esempio – ha ammesso – Possibile nel calcio di oggi un calciatore mai espulso come Scirea? Possibile ma difficile vista l’evoluzione del ritmo e dell’intensità del calcio”, ha confessato Chiellini, che a luglio si sposerà nella sua Livorno. “Perché si è deciso? Perché sono passati 4 anni insieme alla mia fidanzata e futura moglie”, ha evidenziato il difensore della nazionale italiana.
Un pensiero anche nei confronti di Alessandro Del Piero, che ha ‘snobbato’ la festa scudetto della Juve. “Ale rimarrà sempre uno di noi, del nostro gruppo e della Juventus – ha detto il giocatore bianconero – Perché i calciatori dicono sempre che non conoscono calciatori gay? Perché è vero, nessuno si è mai dichiarato”. Ai Mondiali in Germania del 2006 Chiellini non c’era. Ora si appresa a vivere un Mondiale da protagonista in Brasile, ma il centrale minimizza. “Uso la frase di Agnelli perché è la verità. Tutti sono utili, nessuno è indispensabile”, ha sottolineato il giocatore bianconero, a cui infine viene chiesto se siano più importanti il numero di scudetti vinti o i 102 punti realizzati. “L’importante è vincere, il resto sono dettagli”, ha concluso Chiellini.
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