Roma, 3 mag. (LaPresse) – Doveva essere una festa di sport, invece la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina sarà ricordata per tutto tranne che per il risultato finale. A Tor di Quinto, nei pressi dello stadio Olimpico di Roma teatro dell’evento, si sono verificati nel tardo pomeriggio di ieri una serie di spari, che hanno portato al ferimento di quattro persone, di cui tre tifosi napoletani. Ancora incerta la dinamica dell’accaduto. Da una prima ricostruzione effettuata dagli investigatori sembra che l’ultrà della Roma abbia provocato alcuni tifosi del Napoli lanciando contro di loro dei fumogeni. I tifosi partenopei avrebbero reagito e l’uomo avrebbe risposto esplodendo dei colpi d’arma da fuoco. La questura di Roma ha precisato che la vicenda non sembra essere collegata “a scontri tra tifosi, ma avrebbero cause occasionali”. In relazione all’episodio violento Daniele De Santis, ultrà della Roma, è stato arrestato dalla polizia. L’accusa per il 48enne romano, titolare di un esercizio commerciale, è di tentato omicidio. L’uomo ha dei precedenti con la polizia. Tra i feriti, sono particolarmente gravi le condizioni di Ciro Esposito, 30enne rimasto ferito da un proiettile che l’ha colpito alla colonna vertebrale. Dopo esser stato sottoposto a un operazione in Villa San Pietro, l’uomo è stato stabilizzato nel corso della serata ed è stato trasferito al Gemelli per un controllo neurochirurgico. Un’altra persona è stata ferita alla mano, una terza invece, colpita alla spalla e alla mano, è stata portata all’ospedale Santo Spirito. Il quarto ferito è stato trovato all’interno del vivaio, probabile luogo dell’accaduto, dove è stata rinvenuta una pistola. L’uomo, a quanto si apprende, è stato colpito alla testa. Gli investigatori sono al lavoro, anche con la collaborazione di alcuni testimoni del fatto, per capire l’esatta dinamica dei fatti.
Il clima già turbolento si è ulteriormente riscaldato quando, a pochi minuti dal fischio d’inizio, la curva del Napoli si è opposta al tentativo di far cominciare la partita. Neanche il capitano Marek Hamsik è riuscito nell’immediato a far calmare gli ultrà, che hanno lanciato in campo una serie di petardi. Solo un accordo tra le due tifoserie ha fatto sì che la situazione tornasse alla normalità e che la sfida potesse avere inizio, seppur con 45 minuti di ritardo e in un atmosfera surreale, con la curva partenopea che ha ‘vissuto’ la sfida in silenzio in segno di rispetto per quanto accaduto. “Questi non sono tifosi ma solo delinquenti – ha commentato il presidente del Senato Pietro Grasso, presente alla gara insieme ad altre cariche istituzionali come il premier Renzi – Una partita di calcio non si può trasformare in una guerra tra bande. Veniamo qua per vedere uno sopettacolo e gioire per chi vince in maniera sportiva. Questo dev’essere lo scopo di queste manifestazioni. Qualsiasi altra cosa è fuori dallo sport. Ci indigna che ci siano ancora queste manifestazioniu di violenza”. Gli fa eco il ct della nazionale italiana Cesare Prandelli. “Ancora non so cosa sia successo ma è un fatto spiacevole – ha ammesso il tecnico di Orzinuovi – Dovrebbe essere uno spettacolo per tutti, una gioia venire allo stadio”. Prima del fischio d’inizio, aveva predicato calma anche il presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta. “Faccio un appello accorato a tutti ad avere un atteggiamento di responsabilità, controllo e collaborazione con le forze dell’ordine – ha sottolineato – tutti dobbiamo fare un appello concreto ai tifosi, che vivano questa serata come deve essere, ovvero una serata di sport e di calcio senza cedimento ad episodi di violenza che sono molto gravi e colpiscono le persone e lo spirito dello sport. E questo è inaccettabile”.
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