dall’inviato Andrea Capello
Sochi (Russia), 16 feb. (LaPresse) – Un sogno spezzato sul più bello. Michela Moioli non dimenticherà mai il suo debutto olimpico. Una finale acciuffata per i capelli e terminata con la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro. La pista che l’anno scorso le aveva regalato il giorno più bello della sua carriera con la prima vittoria in coppa del mondo ora le infligge il dolore più grande, quello di un grave infortunio. Stagione finita e rientro anticipato in Italia per l’operazione. Certamente un finale diverso da quello che la giovane bergamasca classe 1995 aveva sognato e sperato perché, come dice il suo tecnico Cesare Pisoni: “E’ uno dei più grandi talenti dello snowboard mondiale”.
La giornata di Michela è un vero e proprio saliscendi, esattamente come i salti (decisamente troppo pericolosi per una gara femminile, ndr) preparati al Rosa Khutor Extreme Park. Qualificazione con il freno a mano tirato per non rischiare troppo sul ghiaccio e quarto di finale superato con il piglio della veterana, nonostante fosse la più giovane atleta in gara, fanno da preludio ad una semifinale assolutamente folle dove l’azzurra, partita come peggio non si può, si getta a capofitto in un recupero prodigioso. A darle una mano il suicidio sportivo della favorita americana Lindsey Jacobellis che, come nella finale di Torino 2006, cade mentre si trova in vetta senza avversarie alle spalle. La Moioli supera con un guizzo finale l’inglese Gillings proprio sulla linea del traguardo strappando il terzo posto che le vale l’atto conclusivo.
Sembra un segnale di buon auspicio da parte della Dea Bendata invece la sfortuna è dietro l’angolo. In finale l’azzurra sbaglia nuovamente la partenza ma, grazie alla sua incredibile forza di volontà, si riporta in gara e nell’ultima curva prima del rettilineo finale, in un tentativo di sorpasso si tocca in maniera involontaria con la bulgara Alexandra Jekova cadendo. E’ l’inizio della fine. Mentre la ceca Semkova, la canadese Maltais e la francese Trespeuch festeggiano felici l’azzurra non giunge in zona traguardo.
A recuperarla in zona caduta arriva un toboga che la porta al centro medico dove giunge la nefasta diagnosi di rottura del legamento crociato. Una vera disdetta. “Michela ha fatto bene a provarci. Si sono toccate le tavole, succede, io sono contento della sua prestazione”, la assolve a fine gara il tecnico Pisoni. Resta il rammarico non tanto per la medaglia sfumata quanto per l’infortunio ma della ‘Leonessa’ bergamasca se ne sentirà ancora parlare per molti anni a venire.
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