Milano, 15 gen. (LaPresse) – L’Olimpiade invernale di Sochi si avvicina a grandi passi e per rendere omaggio a Sky, la Tv ufficiale senza la quale “non avremmo visto le Olimpiadi”, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha voluto un Consiglio Nazionale proprio nella sede dell’emittente televisiva a Milano alla presenza fra gli altri del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, e del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. “Sono emozionato perche è la prima Olimpiade da presidente del Coni. Abbiamo fatto quello che era giusto, con la coscienza siamo a posto”, ha spiegato il numero uno dello sport italiano. “Ho sempre detto anche in epoche non sospette che se dovessimo vincere molte medaglie non sarei diventato un grande presidente – ha aggiunto – mentre se dovesse andare male credo ci siano tutte le giustificazioni”. Secondo Malagò, infatti, “si deve partire dal quadriennio precedente e dalle 5 medaglie di Vancouver”, dove l’unico oro arrivò all’ultimo giorno con Giuliano Razzoli nello slalom maschile. Il presidente del Coni, comunque, non ha voluto abbandonare il suo grande ottimismo: “Sappiamo benissimo che sul colore delle medaglie è un terno al lotto – ha spiegato – ma credo faremo meglio di Vancouver”.
Sui Giochi russi, voluti con tutte le forze dal presidente Putin, aleggiano però le paure legate alla possibilità di eventuali attacchi terroristici. Su questo punto Malagò ha voluto tranquillizzare tutti: “Mi dicono che siamo arrivati a 42mila persone che si dedicherano alla sicurezza – ha spiegato – Io penso che sarà un’Olimpiade molto sicura e forse esageratamente blindata per ovvi motivi. Bisognerà stare molto attenti a quello che succede, magari non proprio lì ma in zone limitrofe”. “Ogni volta che un’Olimpiade si avvicina questo tema è sempre più all’ordine del giorno”, ha detto ancora Malagò raccontando di essere in costante contatto con una struttura dedicata del ministero degli Esteri: “Anche a Mersin ai Giochi del Mediterraneo (in Turchia al confine con zone ‘calde’ come la Siria, ndr) ci sono stati vicini ed anche il Cio ha la massima attenzione a riguardo”.
Il membro del Cio, Mario Pescante, invece si è scagliato contro quello da lui definito “terrorismo politico”. Secondo l’ex presidente del comitato promotore della candidatura, poi abortita, di Roma ai Giochi Olimpici del 2020, “in occasione delle Olimpiadi si avanzano sempre dei diritti, magari anche condivisibili, ma non capisco perché lo si faccia solo quando ci sono i Giochi”. “Ogni Olimpiade – ha ricordato Pescante – è stata caratterizzata da richieste politiche ma questa manifestazione deve rimanere fuori da questi discorsi, non perché non ci interessi la politica ma perché la politica se ne approfitta”. Secondo Pescante infatti “è assurdo che un Paese (gli Stati Uniti, ndr) invii in Russia quattro lesbiche solo per dimostrare che in quel Paese i diritti dei gay sono calpestati. Lo facciano in altre occasioni”.
Sono molti infatti i politici che hanno ‘boicottato’ le Olimpiadi di Sochi decidendo di non presenziare. Ancora incerta, invece, la partecipazione del premier Enrico Letta. “La sua presenza dipende da alcuni impegni concomitanti presenti nella sua agenda – ha spiegato Malagò – in caso non potesse essere presente lo chiederemo al ministro dello Sport, Graziano Del Rio con il quale abbiamo ottimi rapporti”. In ogni caso, ha assicurato Malagò, “il governo italiano comunque, porta il massimo rispetto per la manifestazione olimpica”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata