Milano, 14 mar. (LaPresse) – La delusione per l’eliminazione subita da parte del Barcellona, ma soprattutti alcuni giudizi troppo pesanti sulla prestazione della squadra. In casa Milan non è andato giù come la stampa italiana ha giudicato la prova dei rossoneri al Camp Nou e con una lunga nota sul suo sito internet, il club di via Turati ricorda: “Il Milan del 20 Febbraio era stato incensato e idolatrato da tutti. Le pagelle del giorno dopo Milan-Barcellona 2-0 erano tutte molto simili: senza voto ad Abbiati e nessun giocatore rossonero sotto il 7, con alcune punte fra il 7.5 e l’8 per Montolivo, Ambrosini, Muntari, Pazzini ed El Shaarawy. Ecco ad esempio la Gazzetta dello Sport che aveva scritto di Constant: ‘A un certo punto Messi decide di spostarsi sulla destra e l’impressione è che si sistemi lì perchè ritiene che Constant rappresenti il lato debole del Milan. Scelta presuntuosa e pretestuosa. Constant butta un occhio su Leo e cancella Pedro. Avete detto niente’. Gli stessi toni e le stesse valutazioni, sempre il giorno dopo l’andata, per Mbaye Niang”.
“Oggi – prosegue il Milan – tre settimane dopo, all’indomani di una sconfitta contro la squadra più forte del mondo che si è espressa al massimo e con tutti gli episodi-chiave della partita a suo favore, è tutto diverso. Giudizi, opinioni, sfumature. Tutto capovolto”. Il Milan, però, conserva la memoria: “A Barcellona hanno giocato 9/11 del Milan che all’andata non aveva concesso occasioni da rete alla squadra più forte del mondo. Le uniche differenze – ricordano da via Turati – sono Flamini al posto di Muntari che è comunque entrato nel secondo tempo e Niang al posto di Pazzini che avrebbe giocato se non avesse subìto quel fallo a Genova. La difesa era la stessa di San Siro”. Quindi il Milan non perde l’equilibrio e non cambia il giudizio sull’allenatore e sulla squadra.
Il club rossonero ricorda quanto Dan Peterson, il coach, ha scritto al suo amico Adriano Galliani: “Adriano, In America, dicono che il Baseball è “… un gioco di centimetri, se non millimetri.” Idem per il calcio. Come hai detto, se il tiro di Niang è rete e non palo, la musica cambia. Loro temevano quello. Quindi, la differenza fra il Milan e il Barcellona non è due gol (2-0, 0-4), bensì un paio di centimetri. Fra un anno, quel gol, Niang lo fa. Coach”.
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