Milano, 3 set. (LaPresse) – Censurato perché potenzialmente offensivo per i credenti. Con questo motivo è stato respinto dai principali network televisivi nazionali il nuovo spot di Paddy Power lanciato in Italia dalla società di scommesse irlandese. Il bookmaker ha prodotto un video nel quale a scendere letteralmente in campo è niente meno che Gesù in persona. Esce dagli spogliatoi e compie il miracolo: un giocatore che finge l’infortunio si alza e cammina, come Lazzaro. Poi riempie lo stadio quasi vuoto e infine caccia i mercanti dal tempio, minacciando con un bastone chi sta vendendo la partita, spartendosi il denaro e decidendo in anticipo il risultato del match.
Un video che Sky, Mediaset e Rai hanno deciso di non mandare in onda, per non urtare la sensibilità dei telespettatori. Solo Sportitalia aveva accettato di trasmetterlo, ma oggi ha annunciato che non lo manderà più. Le emittenti hanno accettato un altro spot, sempre centrato sull’ironia e sull’attualità, ma che non tocca questioni religiose: in questo si vedono i giocatori in panchina sfruttare il tempo in attività più utili che attendere di scendere in campo. I “miliardari che scaldano la panchina”, spiega lo spot, dovrebbero fare un “secondo lavoro” nei tempi morti: pulire i gabinetti, passare tra il pubblico a vendere panini, “perché se la maglia non è sudata che almeno sia sporca di mostarda”.
Lo spot a sfondo religioso respinto dalle tv è diventato un caso. Su Youtube e siti simili ha già raccolto oltre 100mila visualizzazioni, spiega Alessandro Allara, direttore della comunicazione Italia di Paddy Power, a cui si aggiungono gli utenti che hanno visto il video sui siti di informazione. Oltre 700 i commenti, “l’80% dei quali – sottolinea – estremamente positivo”. “Il nostro obiettivo – spiega – è far vedere lo spot al maggior numero di persone possibile perché lo riteniamo efficace e di sicuro impatto. Se va avanti così entro qualche settimana avremo raggiunto lo stesso target che avevamo previsto per i passaggi televisivi”.
“Il nostro scopo – aggiunge Allara – non è affatto un messaggio offensivo nei confronti nella religione, anzi. Siamo una società di entertainment. L’idea è che il calcio è messo così male che servirebbe un intervento superiore, non umano. Come anche nel caso dello spot sui giocatori in panchina, ci facciamo portavoce e megafono di un sentimento comune. Naturalmente accettiamo e rispettiamo la scelta degli editori. Sicuramente un po’ più di coraggio avrebbe potuto dare maggiore spinta a questo spot”.
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