Dal nostro inviato a Londra Andrea Capello
Londra (Regno Unito), 3 ago. (LaPresse) – La medaglia del cuore. La dodicesima per l’Italia e soprattutto la sesta nella scherma, vera manna dal cielo per il ‘Bel Paese’. Quello della sciabola maschile è un bronzo che vale oro per le tante storie che si intrecciano all’interno della squadra e perché l’avversaria battuta nella finalina per il bronzo 45-40 è la Russia grande favorita per la vittoria ed invece rimasta giù dal podio. Lo stesso risultato era stato ottenuto a Pechino 2008. La faccia da copertina della nazionale è ovviamente quella di Aldo Montano. Il bel livornese, subito corso in tribuna ad abbracciare la fidanzata Antonella Mosetti dopo aver piazzato la stoccata vincente, all’Olimpiade non doveva neppure esserci a causa di un infortunio all’inguine ed invece è stato colui che ha siglato il trionfo. Sua la rimonta contro la Bielorussia nei quarti, suo l’onore e l’onere dell’ultimo assalto con i russi dopo un passaggio a vuoto con la Corea del Sud poi vincitrice dell’oro. “Visti i problemi fisici che ho avuto posso dire che esserci era già una vittoria, ma tornare a casa con qualcosa è meglio”, ha detto raggiante il livornese spiegando poi l’ultima sul punteggio di 44-40: “Non ho pensato a niente e mi sono isolato”, ha detto. Se quello di Montano è il volto noto della nazionale con tanto di scritta ‘God Save The Queen’ nei capelli che ha attirato anche l’attenzione della stella del Dream Team di basket Tyson Chandler al villaggio olimpico, quello guascone è senza dubbio quello di Luigi Tarantino.
– Il veterano al passo d’addio, oggi la sua ultima gara, ha ceduto il posto al giovane Luigi Samele in finale ma è strafelice così: “Ho fatto più fatica a tifare che se avessi tirato ma sarei stato più dispiaciuto se fossi sceso in pedana ed avessimo perso”, ha spiegato candidamente. Se Montano e Tarantino sono le sicurezze Diego Occhiuzzi e Luigi Samele sono il nuovo che avanza. Il primo, già argento nella gara individuale, ha tirato con il piglio del veterano anche in quella a squadre terminando con una seconda medaglia quella dal lui stessa definita come “Un’Olimpiade da incorniciare”. La vera storia di giornata è però quella del foggiano Samele, la riserva diventata eroe. Il foggiano, classe 1987, un paio di anni fa era dato da tutti come il prossimo campione da battere poi si era man mano perso fino alla resurrezione londinese. Suo l’assalto che ha dato l’abbrivio all’Italia dopo l’iniziale vantaggio russo. Sul 10-7 per i rivali dopo i primi due assalti il pugliese ha piazzato un parziale di 8-4 contro Reshetnikov che ha gasato compagni e pubblico, per la gran parte italiano. “La situazione sanitaria era a rischio. Dovevamo giocarci il tutto per tutto ed è andata bene”, ha spiegato il commissario tecnico Sirovich. Missione compiuta.
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