Cremona, 27 mag. (LaPresse) – Alla vigilia degli Europei di calcio, due giocatori della Nazionale sono stati indagati dalla procura di Cremona nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse. Questa mattina la polizia ha perquisito l’alloggio dell’esterno dello Zenit San Pietroburgo ed ex del Genoa, Domenico Criscito. Il suo coinvolgimento nell’inchiesta “Last Bet”, per aver partecipato ad un summit con l’allora compagno di squadra Giuseppe Sculli in un noto ristorante genovese, incontro per decidere la combine sulla partita Lazio – Genoa del 14 maggio 2010. Questo episodio citato nell’ordinanza di custodia cautelare per 19 persone, firmata dal gip di Cremona, Guido Salvini, è costato a Criscito l’esclusione dalla rosa che partirà alla volta di Polonia e Ucraina, annunciata dal ct Cesare Prandelli. Nel pomeriggio è arrivata la notizia che anche il difensore della Juventus e della Nazionale, Leonardio Bonucci, è stato iscritto a Cremona, ma la sua posizione sarà presto stralciata e ad occuparsi di indagare su di lui sarà la procura di Bari.
A chiamare in causa Bonucci è stato il giocatore dell’Atalanta, Andrea Masiello, compagno di squadra del difensore bianconero quando entrambi militavano nel Bari. Il 15 marzo scorso, Masiello aveva riferito in un’interrogatorio davanti all’autorità giudiziaria di Cremona che un ristoratore barese aveva cercato di influenzare l’esito della partita Udinese – Bari del campionato 2009 -2010. Masiello ne parla con i compagni “Bonucci, Salvatore Masiello, Belmonte e Parisi”, ma la combine non va in porto. Le dichiarazioni di Masiello, scrive il gip di Cremona Guido Salvini nell’ordinanza con cui ha disposto 19 ordinanze di custodia cautelare “indicano altri giocatori corrotti della sua compagine (il Bari, ndr) anche in stagioni precedenti, tra cui Bonucci”. Tra le 14 persone finite nel carcere di Ca’ del Ferro di Cremona, questa mattina, figurano 11 calciatori, tra cui due di serie A. Si tratta del capitano della Lazio, Stefano Mauri, e del centrocampista del Padova, Omar Milanetto, che in passato giocava nelle file del Genoa, entrambi accusati di associazione a deliquere finalizzata alla frode sportiva. Per lo stesso reato sono sttai arrestati anche Paolo Domenico Acerbis, in forza al Vicenza, Alessandro Pellicori, che milita nelle file del Queen’s Park Rangers e il portiere del Bellinzona, ex dell’Albinoleffe, Matteo Gritti.
Tutti, secondo il procuratore capo di Cremona Roberto Di Martino e il gip Guido Salvini, sarebbero stati disponibili, in cambio di somme di denaro o per garantire un buon risultato in classifica ai propri club (è il caso di Mauri, ndr.) o a ‘truccare’ gli esiti delle partite disputate dalle loro squadre. Questa mattina gli uomini della polizia e dello Sco hanno eseguito anche una trentina di perquisizioni a casa di calciatori, dirigenti e persone vicine alle società sotto la lente della procura di Cremona. Gli agenti hanno bussato anche alla porta dell’allenatore della Juventus Antonio Conte, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva per episodi legati al periodo in cui allenava il Siena. A parlare di un suo coinvolgimento in combine che riguardano la squadra toscana è Filippo Carobbio, uno delle ‘gole profonde’ dell’inchiesta sul calcioscommesse. Il centrocampista dello Spezia in prestito al club toscano, in particolare, nel corso di un’audizione davanti alla Procura Federale della Federcalcio, ha riferito di una combine per la partita giocata in trasferta contro il Novara il 30 novembre 2011. L’allora allenatore Conte e i vertici della società, secondo Carobbio, erano al corrente di tutto, tanto che Conte aveva garantito ai giocatori che potevano stare “tranquilli, in quanto avevamo raggiunto l’accordo con il Novara per il pareggio”. La posizione dell’attaule allenatore della Juventus, però, viene definita dallo stesso gip Guido Salvini “tutta da verificare”. Tra gli indagti, da quanto si è appreso, ci sarebbe anche il presidente del Siena, Massimo Mezzaroma, la cui abitazione è stata perquisita. Le partite della squadra sotto la lente degli inquirenti sono sette o otto.
Non sono indagati, invece, i vertici di altre squadre i cui nomi ricorrono spesso nelle indagini, come Lecce e Lazio, anche se in un’intercettazione tra alcuni esponenti del gruppo degli ‘ungheresi’ (specializzati nelle scommesse illegali, che dal 2010 operavano in Italia affiancando gli ‘zingari’ e investivano forti somme su partite truccate per conto di scommettitori di Singapore). In particolare sotto al lente degli investigatori ci sarebbero le due partite Lazio – Geona e Lecce – Lazio del campionato 2010 -2011. Le scomemsse su quest’ultima partita hanno fruttato 2 milioni di euro, di cui 600 mila destinati dagli ‘ungheresi’ alla corruzione dei giocatori. Proprio su questa partita, un collaboratore ungherese ha fatto un riferimento, anche se “de relato” “al coinvolgimento di “capi di club” – si legge nell’ordinanza – che altri non possono essere che i dirigenti delle squadre coinvolte”, anche se questo aspetto è “tutto da approfondire”.Tra gli indagati a piede libero figura anche Giuseppe Sculli, nipote del boss dell ‘Ndrangheta Giuseppe Morabito, per cui il gip Salvini ha negato l’arresto chiesto dal procuratore capo di Cremona Roberto Di Martino. Il giocatore avrebbe contribuito a truccare la partita Lazio – Genoa del 14 maggio 2010.
Per questo il 10 maggio incontra in un “noto ristorante genovese” con l’allora compagno di squadra nel Genoa Domenico Criscito, il boss della malavita bosniaco Safet Altic”, detto “Sergio” (che si trova in cacere a Marassi nell’ambito di un’altra inchiesta, ndr.) e alcuni dei capi ultras Genoa. Il 12 maggio c’è un nuovo incontro tra Altic e il calciatore rossoblu Omar Milanetto e lo stesso giorno il pregiudicato bosniaco dovrebbe anche incontrare il georgiano Kakhaber Kaladze a Milano. In un’intercettazione Altic, al telefono con un’altro pregiudicato, parla di un’acquisto di “porte” per 500 mila euro a cui Kaladze sarebbe interessato. Questa espressione, secondo gli inquirenti, nasconde somme da scommettere su match truccati. Sulla posizione di Kaladze, che ha detto chiesto di poter incontrare i magistrati cremonesi, sono in corso accertamenti.
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