Milano (Italia), 12 mag. (LaPresse) – “Prima di tutto voglio ringraziare il Milan, tutti i dipendenti, che in questi anni sono stati fantastici. Per me è stato un sogno rimanere qui 13 anni, non sono pochi”. Lo ha detto Rino Gattuso nella conferenza stampa di addio ai colori del Milan. “Ieri Galliani e anche la famiglia Berlusconi hanno dimostrato grande stima nei miei confronti. Non ho firmato – spiega – anche perchè vedendo altri compani, lo zoccolo duro, che hanno fatto lo stesso ho deciso di prendere un’altra strada”. Ringhio spiega ancora così la sua decisione: “Ho sempre detto che non voglio essere un peso per nessuno e la società nom mi ha fatto sentire così, anzi voleva che io rimanessi. Ma dentro di me sentivo che dovevo lasciare. Nella vita bisogna fare delle scelte, spero di non aver sbagliato ma credo di aver fatto la scelta giusta”.

“Ora la vita continua, speriamo solo che non mi si presenti più il problema all’occhio. Sicuramente ho voglia di battagliare e far vedere che calcisticamente non sono morto. Deciderò con calma anche con la mia famiglia dove andare a giocare”, ha aggiunto il giocatore. “Come si è chiuso il ciclo degli olandesi, poi quello di Maldini e Costacurta ora è arrivato il nostro momento. Quello che hanno insegnato a me e agli altri con l’educazione negli spoglioatoi spero che non vada perso. Conoscendo la società credo che sarà così comunque”, ha aggiunto Ringhio. Parlando ancora della sua esperienza in rossonero, Gattuso ha dichiarato: “L’anno scorso ho fatto due errori con Jordan e Leonardo ma spero di lasciare comunque un’immagine positiva”. “Berlusconi? Non l’ho sentito perchè il cellulare non funziona, ma non è una bugia. Appena possibile lo sentirò sicuramente”, ha concluso Gattuso.

Poi, un chiarimento doveroso: “Certamente non andrei mai ad una squadra come la Juve per la storia che ho vissuto con questa società”. “Da lunedì inizio una nuova avventura con il corso di allenatore a Coverciano e dopo vedremo”, ha aggiunto il mediano calabrese. Per quanto riguarda il suo futuro fuori dal calcio, Gattuso ha le idee chiare: “Sicuramente mi fermerò a vivere qui, i miei figli sono nati e cresciuiti qui anche se non dimentico ovviamente la mia terra, la Calabria”. Infine i ricordi più brutti e più belli dei suo i 13 anni di Milan. “La sconfitta più brutta è ovviamente quella di Istanbul: ho visto la madonna, ho avuto gli incubi per sei mesi e non dormivo la notte. La vittoria più bella resta quella del 2003, battere prima l’ Inter e poi la Juve vale più di una Coppa. Bei momenti per tutto il calcio italiano”.

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