Bari, 11 mag. (LaPresse) – “Voglio ringraziare il dottor Antonio Laudati e il dottor Ciro Angelillis che hanno messo a disposizione della Procura federale gli atti della loro attività indagine. Appena li avremo a disposizione ci metteremo all’opera per valutarne gli esiti e far luce nel più breve tempo possibile per arrivare poi ai deferimenti”. Lo ha detto il procuratore federale Stefano Palazzi all’uscita dalla procura di Bari, dove si è recato per incontrare i magistrati che stanno indagando sul fenomento calcioscommesse. “I tempi? I dibattimenti devono essere fissati dagli organi giudicanti, dopo aver studiato gli atti. Comunque la Figc comunicherà quant prima i tempi”.

“E’ meglio parlare, soprattutto con la giustizia ordinaria e poi chiaramente anche con quella sportiva”. E’ il monito di Palazzi a tutti i soggetti coinvolti nella inchiesta sul calcioscommesse. Parlando all’uscita della Procura di Bari, lo 007 federale ha poi detto la sua sulla responsabilità oggettiva e sulle richieste di rivisitazione della norma da parte delle società calcistiche. “Le riforme non riguardano le attività della Procura – spiega Palazzi – ma io ho l’obbligo di dire che già oggi gli strumenti normativi ci danno grandi possibilità, perchè dal 2007 è stato previsto nell’ordinamento sportivo che per i soggetti che collaborano alle indagini possono ottenere grandi riconoscomenti nel profilo della pena”.

Ancora Palazzi: “Lo stesso vale anche per chi collabora ovviamente con l’autorità giudiziara ordinaria. La giustizia sportiva tiene conto di chi collabora e questo tipo di collaborazione ha effetti positivi anche nei confronti delle società”. Palazzi ricorda, infatti, che “già nel primo procedimento le sanzioni erano state meno pesanti del previsto, soprattutto per la responsabilità oggettiva”. Palazzi, infine, non si sbilancia sui tempi e se le conseguenze andranno a modificare gli esiti degli attuali campionati: “Dipente dai tempi e dal tipo di sanzione, che deve essere afflittiva. Ma anche questo è un compito che spetta all’organo giudicante”.

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