Roma, 27 apr. (LaPresse) – “Non mi sono mai pentito di essere venuto qui in Italia: è un grande piacere essere l’allenatore della Roma, perché è un club importante che ha un grande tifo e una società incredibile alle spalle”. Lo ha detto l’allenatore della Roma Luis Enrique nel corso della conferenza stampa alla vigilia del match di campionato contro il Napoli.
“Se ci si può riscattare in questo finale di stagione? Certo che penso che si può ribaltare la situazione. Ma per farlo c’è solo un modo – spiega il tecnico iberico – vincere sabato e poi le altre gare che mancano. Per ora siamo al settimo posto in classifica ora ed è quello che meritiamo per quello che abbiamo espresso. Però io credo che fino a quando c’è l’opportunità di raggiungere un obiettivo bisogna lavorare per inseguirlo fino alla fine e in questo momento il nostro è quello di arrivare in Europa League”.
Poi Luis Enrique torna sul post Roma-Fiorentina e dice: “La mia verità? Non posso più dirla. In conferenza stampa dopo la Fiorentina volevo parlare con il cuore, è vero. Ringrazio i giornalisti che mi hanno fatto delle domande, perché se avessi parlato senza filtri avrei tirato fuori cose che non si possono dire. Ora, però, mi sono rimesso la veste dell’allenatore”.
“Il futuro? Stiamo tutti vivendo una situazione difficile ed è il momento di stare vicino alla squadra. A fine della stagione analizzeremo tutti i problemi, cercheremo delle soluzioni e vedremo cosa succederà. So che ho un rapporto particolare con la stampa, è vero, ma non so se riuscirò a cambiare”, ancora Luis Enrique nel corso della conferenza stampa. “Relativamente a quanto accaduto in questa stagione alla squadra, come ho sempre detto, la mia responsabilità è la prima. Un consiglio per i miei ragazzi? Che tutti loro devono migliorare tantissimo – aggiunge il tecnico iberico – per essere all’altezza di questa squadra, di questa società e di questo tifo”.
E a proposito dei tifosi, inevitabile un commento ai cori e agli striscioni contro di lui a Trigoria. “Non vado a pensare chi c’è dietro questi striscioni, dico solo che sia normale che il pubblico sia scontento: succede sempre così nel mondo del calcio quando la squadra ha fatto delle prestazioni minori rispetto alle aspettative. Io, come ho sempre detto, ripeto che il nostro pubblico ha mostrato un livello incredibile di sostegno per tutto l’anno e che ha evidenziato sicuramente un livello superiore al rendimento della squadra sul campo. Io questo momento di malcontento lo vivo come deve viverlo un professionista, ossia continuando a lavorare al massimo cercando di fare quello che io credo sia giusto per questa squadra”.
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