Cremona, 20 dic. (LaPresse) – Dopo il ‘blitz’ che ha portato ieri a 17 nuovi arresti nel secondo atto dell’inchiesta sul calcioscommesse, tra cui il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, sono iniziati oggi a Cremona i primi interrogatori. Il primo ad essere sentito dal gip è stato Alessandro Zamperini. L’ex giocatore di Serie B e Lega Pro secondo indiscrezioni avrebbe ammesso, nel corso dell’interrogatorio durato due ore, la sua partecipazione al tentativo di combine della partita di Coppa Italia tra Cesena e Gubbio del 30 novembre scorso. Il suo legale, Antonio Cardamone, non ha voluto sbilanciarsi su quanto dichiarato dal suo assistito: “Ha dato le sue spiegazioni, non ho niente da aggiungere. Vuole tornare a casa. Se chiederemo gli arresti domiciliari? Sicuramente”, queste le parole rilasciate dall’avvocato ai cronisti. Successivamente è stato il turno di Filippo Carobbio. Anche il giocatore dello Spezia avrebbe ammesso il suo coinvolgimento nelle cinque partite indicate nell’ordinanza di custodia cautelare.

Mentre a Cremona iniziavano gli interrogatori, il mondo del calcio esternava i suoi commenti alla vicenda. A partire da chi dalla vicenda è toccato da vicino. E’ il caso del Gubbio, società di appartenenza di Simone Farina, il giocatore che aveva denunciato la proposta di truccare l’ormai famigerata partita con il Cesena di Coppa Italia. A parlare di Farina è stato il presidente della squadra umbra, Marco Fioriti. Sarebbe il colmo che il nostro tesserato Simone Farina oggi passasse da eroe”, queste le parole del patron. “Il suo – ha spiegato – è stato un comportamento normale, di una persona normale, che ha dei sani principi in testa – queste le parole del massimo dirigente del Gubbio riportate sul sito web del club – che ha impostato la sua vita con delle regole civili, che lavora in una società dove l’onestà e la trasparenza sono al primo e al secondo posto dei nostri principi di lavoro. Per cui il ragazzo è da ammirare per il coraggio che ha avuto e per l’onestà dimostrata, ma non facciamone un eroe”.

Successivamente è arrivata la presa di posizione da parte dell’Atalanta, per voce del presidente Antonio Percassi. In una nota pubblicata sul sito del club bergamasco, il patron “invita la propria tifoseria a stringersi intorno alla squadra, ai suoi ragazzi e alla bandiera nerazzurra in questo momento così difficile, nella consapevolezza che l’Atalanta sarà in grado di superare questa ulteriore prova con quella dignità e onorabilità che hanno sempre contraddistinto la sua lunga e gloriosa storia”.

In mattinata era arrivato inevitabile il commento del presidente del Coni Gianni Petrucci, che ha parlato di “vicenda che ha turbato tutto il calcio italiano” senza disdegnare un duro affondo alla Lega di serie A: “Parlano solo di soldi”. Petrucci ha rassicurato: “C’è ampia collaborazione con la magistratura, con gli investigatori e con il procuratore Palazzi, persona seria e corretta, che sta facendo un durissimo lavoro in un momento difficile. Io sono vicino alla Figc: vada avanti senza tentennamenti, saremo al loro fianco in questa battaglia”. Il numero uno del Coni ha aggiunto: “Anni fa avevamo già detto che le scommesse erano un grosso problema. Adesso dobbiamo proseguire su questa linea: non chiedo pene esemplari, le leggi ci sono e vanno applicate”.

“E’ troppo presto per prevedere i tempi e capire se ci potranno essere eventuali condanne a campionato in corso”, ha commentato il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete. “Non è una situazione autogestita e ci sono variabili legate alle azioni della Procura di Cremona. C’è un precedente importante che dimostra la stretta collaborazione tra Procura federale e procura della Repubblica, quello della prima fase dell’inchiesta, che ha dato la possibilità a Palazzi di fare i deferimenti e che ha permesso lo svolgimento dei processi sportivi. In pochi giorni si saprà di più, fermo restando che il soggetto dominus resta la Procura di Cremona”.

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