Roma, 23 nov. (LaPresse) – “Se quest’anno si vince? Mi sa di no…”. Predica prudenza Daniele De Rossi, intervistato dalla trasmissione ‘Io, Chiara e l’oscuro’ condotto da Chiara Gamberale su Radio2. IL centrocampista della Roma ha parlato a tutto campo, toccando i temi della vita privata e quelli più strettamente sportivi. “Se sono stanco di essere definito ‘Capitan Futuro? C’è un termine – spiega il giocatore – quando smetterà Totti, diventerò il ‘Capitan presente’”. E a proposito del rapporto con il capitano: “Sicuramente siamo diversi come caratteri. Ma siamo sempre andati d’accordo, forse anche per questo. Sembra di un’altra epoca, sicuro, con personalità. Ha una luce dentro. Non mi piace però il fatto che sia permaloso. Se abbiamo litigato? Tanto tempo fa. Per un po’ non ci siamo più parlati”.
“Ci sono voluti due o tre anni d’ambientamento, poi dopo un po’ uno ci fa il callo”, spiega in merito al ‘clima’ vissuto a Roma De Rossi, che poi rievoca i primi ricordi legati al pallone: “Una casa di Livorno dove papà giocava. Ero piccolissimo, avevo tre anni. Ricordo lo stadio di Livorno, per me era come fosse il Maracanà. In quella città ho ricordi felici”.
La visita di ieri di Capello a Trigoria è l’occasione per chiarire il rapporto con l’ex tecnico giallorosso: “Non so se con Totti si siano salutati. Dal punto di vista personale è stata la persona più importante per me, quando lo guardo penso che mi ha fatto del bene. Lippi? Prima ero anti Juve, poi contro di lui, ora lo considero quasi un padre”, sottolinea il giallorosso.
Inevitabile un commento sull’attuale tecnico della Roma, Luis Enrique. “Ha un credo preciso” spiega De Rossi. “Ha delle regole di gioco e comportamentali, non scende a compromessi. E’ stato giocatore di recente quindi è più vicino a noi”.

