Torino, 14 set. (LaPresse) – E’ morto ad 81 anni la leggenda dell’alpinismo Walter Bonatti. Il grande alpinista, giornalista e scrittore si è spento improvvisamente ieri sera a Roma per una malattia. La salma sarà trasportata a Lecco dove sabato e domenica sarà allestita la camera ardente.

Nel 1954 Bonatti, a soli 23 anni, fece parte della spedizione italiana capitanata da Ardito Desio, che portò Achille Compagnoni e Lino Lacedelli sulla cima del K2. Questa avventura scatenò una grande polemica fra Bonatti ed i suoi compagni di spedizione.

“Quella notte sul K2, tra il 30 e il 31 luglio 1954, io dovevo morire. Il fatto che sia invece sopravvissuto è dipeso soltanto da me”, disse in una delle sue pubblicazioni. Secondo il suo racconto infatti il giorno prima che Lacedelli e Compagnoni raggiunsero la vetta Bonatti scese dall’ottavo campo verso il settimo, per recuperare le bombole di ossigeno lasciate lì la sera prima da altri compagni. Con questo carico sulle spalle, insieme all’Hunza Mahdi, risalì fino all’ottavo campo e di lì, dopo una pausa ristoratrice, fino al nono campo che nel frattempo era stato allestito da Compagnoni e Lacedelli.

Questi però, invece di allestire il campo dove era stato previsto la sera prima, in disaccordo con Bonatti, lo fissarono circa 250 metri di dislivello più in alto, rendendo a Bonatti e Mahdi impossibile individuarli e raggiungerli col buio della notte. I due si trovarono così da soli a dover affrontare una notte nella con temperature stimate intorno ai -50 °C, senza tenda, sacco a pelo o altro mezzo per potersi riparare. Tornarono poi al campo base il mattino seguente.

Nel corso della sua carriera Bonatti compì imprese in tutto il mondo, dalle Alpi alle Ande al Karakorum. Nel 1961 Bonatti tentò la scalata del Pilone Centrale del Freney, vetta involata del massiccio del Monte Bianco. La scalata, a causa del maltempo, non andò a buon fine e quattro compagni della spedizione, fra cui l’amico Andrea Oggioni, perirono.

Nel 1965 chiuse la propria carriera alpinistica con un’altra impresa straordinaria, aprendo una via nuova in solitaria invernale sulla mitica parete nord del Cervino, sommando così in un’unica scalata almeno tre diversi exploit. L’impresa gli valse la la Medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica.

A soli 35 anni Bonatti si ritirò dall’alpinismo estremo. Successivamente portò avanti la carriera di documentarista con viaggi in tutto il mondo fra cui Amazzonia, Australia, Africa ed il doppiaggio di Capo Horn nel 1970.

Nel 2004 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì a Walter Bonatti il titolo di Cavaliere di Gran Croce. Recatosi alla cerimonia di premiazione il 21 dicembre 2004, Bonatti scoprì in quell’occasione di essere stato premiato unitamente ad Achille Compagnoni. Offeso per il fatto di essere stato accomunato a Compagnoni, del quale aveva una pessima opinione a seguito delle polemiche sulle vicende del K2, Walter Bonatti, con lettera al Segretario Generale della Presidenza della Repubblica del 25 dicembre 2004, restituì l’onorificenza.

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