Roma, 18 ago. (LaPresse) – Dopo sei ore e mezza si è concluso il dibattimento davanti alla Corte d’Appello Federale sul caso calcioscommesse. A presentare ricorso sono stati 28 dei 32 coinvolti tra società e tesserati. Unici a rinunciare sono stati Mauro Bressan, Leonardo Rossi, Massimo Erodiani, Antonio Ciriello e il Ravenna Calcio.

Chiesta la conferma di tutte le sanzioni da parte del procuratore federale, Stefano Palazzi, mentre opposta è stata la richiesta da parte dei difensori che hanno chiesto la rilettura e rivalutazione delle posizioni dei loro assistiti. Ora la Corte federale si chiuderà in camera di consiglio e per domani, nel primo pomeriggio, sono attesi i dispositivi con le sanzioni.

Il procuratore federalei ha chiesto la conferma di tutte le pene inflitte in primo grado, nella sentenza del 9 agosto scorso. Su Cristiano Doni il procuratore ha detto: “Per noi gli elementi a suo carico sono sussistenti per vari motivi e da più fonti viene dipinto come carismatico per truccare le partite. Contro il Piacenza inoltre la prova è il risultato ed i commenti nel dopo partita”.

Ha preso poi la parola il difensore del capitano dell’Atalanta, Salvatore Pino: “Il giocatore – ha tuonato il legale – non conosce i vari personaggi di questa vicenda ed anche Osti conferma che Doni non ha nulla a che fare. E’ l’unica volta che la Procura, dopo aver sentito un testimone che smentisce queste voci, non ne tiene conto. Inoltre si parla di Doni scommettitore, ma non ci sono prove concrete che lui abbia scommesso”.

L’avvocato Pino ha parlato anche in difesa di Thomas Manfredini, compagno di squadra di Doni.”In Ascoli-Atalanta – ha detto il legale – non doveva nemmeno giocare, è stato schierato all’ultimo per via di un infortunio di un compagno. Non c’è nemmeno il movente con Micolucci dell’Ascoli. Liberatelo da questo incubo”.

Doni e Manfredini sono stati squalificati rispettivamente per 3 anni e 6 mesi il primo, per 3 anni il secondo. Se dovessero essere confermate le squalifiche per i due giocatori si potrebbe considerare chiusa la carriera.

Cerca sconti, pure Giuseppe Signori, condannato al massimo della pena con 5 anni e proposta di radiazione. “C’è una pregiudiziale sul difetto di giurisdizione, si insiste su questo fatto. L’ordinamento federale tiene in debita distinzione il tesserato dall’iscritto all’albo tecnico”, ha detto il legale dell’ex bomber della Lazio nel corso dell’udienza. “Oltretutto Signori – ha continuato l’avvocato- non ha pagato la quota di iscrizione all’albo tecnico. Poiché non c’è neppure un’intercettazione a carico di Signori, la procura e la commissione ritiene di elaborare il criterio di interposta persona. Questo per noi è violazione del diritto di difesa. Chi è questa interposta persona? Da chi ci dobbiamo difendere?”.

Per quanto riguarda i club coinvolti, l’Atalanta, condannata a 6 punti di penalizzazione per responsabilità oggettiva e presunta per la gara contro il Piacenza e l’Ascoli, cercherà di far cadere la presunta e, di conseguenza, anche l’aggravante per ottenere 2 punti di sconto.

Discorso simile per la Cremonese, 6 punti di penalizzazione e 30mila euro di ammenda, e Benevento, 9 punti e 30mila euro. Sosterranno la prima che proprio dalla denuncia fatta alla procura di Cremona ha preso avvio l’inchiesta “Last Bet”, la seconda di esser stata condannata in modo eccessivo solo per aver tesserato Marco Paoloni, il portiere condannato a 5 anni con proposta di radiazione.

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