Roma, 1 lug. (LaPresse) – La Procura Federale della Figc ha archiviato la richiesta della Juventus di riapertura del procedimento sportivo che aveva portato l’assegnazione dello scudetto 2006 all’Inter. E’ stata infatti disposta l’archiviazione degli atti, si legge nella sentenza, nei confronti di Moratti “perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti” e nei confronti dell’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti “perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S. vigente all’epoca dei fatti”.

“Non ho ancora letto per cui non posso dire niente, ma sembra un punto a nostro favore”. Questo il primo commento di Massimo Moratti ai cronisti che all’uscita della sede Saras gli chiedevano se l’archiviazione del fascicolo di Calciopoli relativo al club nerazzurro disposta dalla Procura Federale della Figc, fosse o meno un punto favore dell’Inter. “La situazione è abbastanza definita sotto l’aspetto sostanziale, con tutto il rispetto la Federazione ne può discutere ma il caso dovrebbe essere chiuso perché si tratta di una archiviazione”, ha detto ancora Moratti in serata, all’uscita dagli uffici della Saras.

“Il palmares non si prescrive”, è la replica secca della Juventus attraverso un comunicato ufficiale pubblicato in serata sul proprio sito internet. Secondo il club bianconero, “Solamente quando gli atti del provvedimento saranno resi noti, il Consiglio Federale e l’opinione pubblica potranno stabilire se, sulla base di una mera prescrizione, i motivi etici che furono alla base dell’assegnazione dello scudetto 2006 all’F.C.Internazionale hanno retto alla prova del tempo e delle circostanze, emerse stranamente molti anni dopo”.

Con un comunicato ufficiale sul proprio sito internet, inoltre, la società commenta l’archiviazione dell’esposto Juve sullo scudetto del 2006 da parte della Procura Federale. “F.C. Internazionale prende atto e comunica che la Procura Federale della F.I.G.C. ha archiviato la posizione del club e dei suoi tesserati all’esito dell’indagine relativa ai fatti risalenti alla stagione 2004-2005. Resta quindi definitivamente confermato che nessun procedimento disciplinare potrà essere promosso nei confronti dell’Inter e dei suoi tesserati per rilievi che, d’altra parte, non hanno mai trovato alcun riscontro in nessuna sede giudiziaria”.

Nel suo comunicato, invece, la Juventus precisa che “Le archiviazioni disposte e notificate in data odierna dal Procuratore della Federazione Italiana Giuoco Calcio operano un’importante distinzione tra soggetti a vario titolo coinvolti nei fatti del 2006. Infatti per alcuni il provvedimento usa la formula di non sussistenza dei fatti contestati, mentre per altri sottolinea la non procedibilità o l’intervenuta prescrizione”. “In data odierna – si legge ancora nella nota – i legali della società hanno inoltrato richiesta di ricevere in via d’urgenza le motivazioni e gli atti sottostanti a tale provvedimento e inoltre di ricevere le motivazioni, gli atti e le indagini in relazione all’esposto presentato in data 10 maggio 2010”.

Il Procuratore federale, ha esaminato anche gli altri atti dell’indagine inerente alle trascrizioni delle conversazioni telefoniche depositate presso il Tribunale di Napoli su calciopoli, e ha disposto l’archiviazione del procedimento per tute le altre persone e società coinvolte, non essendo emerse dalle risultanze istruttorie e dai contatti telefonici in atti fattispecie di rilievo disciplinare procedibili. Molti i soggetti citati e assolti, oltre a Moratti e all’Inter. Si va dal presidente del Palermo Maurizio Zamparini insieme alla società siciliana, all’ex arbitro Massimo De Santis. Ci sono poi Massimo Cellino e il Cagliari, Luca Campedelli e il Chievo, Rino Foschi all’epoca dei fatti, dirigente del Palermo, Luciano Spalletti e l’Udinese, Sergio Gasparin e il Vicenza, Nello Governato, Fabrizio Corsi e l’Empoli, Aldo Spinelli e il Livorno, Pasquale Foti e la Reggina, Leonardo Meani e il Milan, degli ex designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, di Tullio Lanese all’epoca dei fatti presidente dell’Aia.

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