Il caso durante il programma di Rai3, il conduttore prende le distanze ma non basta. Ecco cosa è successo
E’ bufera su Vittorio Feltri dopo la frase shock pronunciata nel corso del suo dialogo con Piero Chiambretti durante la puntata del 22 maggio del programma ‘Donne sull’orlo di una crisi di nervi’ su Rai3.
Cosa è successo
A Feltri viene chiesto un commento sulle parole del ministro Nordio che ha suggerito alle donne vittime di maltrattamenti di rifugiarsi in chiesa o in farmacia. “E se sono chiuse?”, chiede Chiambretti. “Infatti io consiglierei a Nordio di non dire cazzate”, risponde Feltri. “Lei non potrebbe consigliare altri posti dove queste signore si possono rifugiare?”, lo incalza allora Chiambretti. “A casa mia, se sono bone”, la risposta di Feltri, sorridente mentre il pubblico applaude. “Questa non è politicamente corretta”, rimarca allora Chiambretti. Ma la presa di distanza del conduttore non è bastata a stroncare sul nascere le polemiche, oggi divampate.
Le polemiche e le richieste di provvedimenti
“‘Le donne vittime di violenza possono venire a casa mia. Se sono bone’. Lo scambio avvenuto tra il conduttore Piero Chiambretti e Vittorio Feltri durante la puntata del 22 maggio del programma ‘Donne sull’orlo di una crisi di nervi’ è inaccettabile. Il tema della violenza contro le donne non può essere trattato in due minuti, commentando il titolo di un giornale durante un’intervista da comedy show, pur con l’intento di fare satira su quanto dichiarato pochi giorni fa dal ministro Nordio e stigmatizzato dalle associazioni che si occupano di violenza di genere”, scrive il Cpo Usigrai e Giulia Giornaliste in una nota.
“La domanda di Chiambretti – ‘Lei può consigliare altri posti dove queste donne si possono rifugiare quando vengono inseguite dai maniaci, dagli stalker?’ – istiga una risposta che offende: ‘A casa mia. Se sono bone’ e un applauso del pubblico. Non basta il successivo tentativo di Chiambretti di prendere le distanze, sempre tra una mezza risata e un applauso – si legge nel comunicato – Parole che cadono come un macigno su coloro che hanno vissuto o vivono la tragedia della violenza, inaccettabili anche in un contesto che vorrebbe essere di satira, in piena violazione del Contratto di Servizio e delle norme aziendali come il Codice Etico e le Policy di genere, nonché il Manifesto di Venezia”.
Secondo Cpo Usigrai e Giulia Giornaliste “la Rai in questo modo tradisce il suo impegno, più volte ribadito, di volersi fare carico di una questione sociale e politica, come quella della violenza maschile contro le donne, che mostra ogni giorno la sua urgenza e drammaticità. Come Cpo Usigrai e Giulia giornaliste, non ci stanchiamo di ribadire la potenza del linguaggio e della rappresentazione mediatica. Per questo riteniamo grave quanto accaduto ieri e chiediamo alla Rai immediati provvedimenti e un chiarimento pubblico”.
“Intervistato da Piero Chiambretti nel corso del programma Rai ‘Donne sull’orlo di una crisi di nervi’, il giornalista Vittorio Feltri, chiamato a commentare la dichiarazione del ministro Nordio sulla necessità per le donne a rischio di violenza maschile di rifugiarsi nelle chiese o in farmacia, ha prima dichiarato che il titolare del dicastero della giustizia deve smetterla di dire cazzate. Ma incalzato ha poi aggiunto che (se le farmacie e le chiese sono chiuse) ‘le donne possono venire a casa mia, se sono bone’. Dalla visione del programma si capisce che Feltri pensa di aver fatto una battuta. Il che rende ancora più inaccettabili parole vergognose, intrise di sessismo e cultura patriarcale, su donne che rischiano anche la vita. E bene hanno fatto le associazioni a chiedere una presa di posizione della Rai: il servizio radiotelevisivo pubblico non può alimentare una cultura che fa da bagno di coltura per la violenza contro le donne. La Rai si assuma le proprie responsabilità e l’Agcom si pronunci sul caso”, dice la senatrice del Pd Valeria Valente.
“Sono sconcertanti e inaccettabili le parole di Vittorio Feltri ospite della trasmissione di Rai Tre ‘donne sull’orlo di una crisi di nervi’. Ricordiamo che il giornalista Feltri è già stato radiato dall’albo per le sue dichiarazioni spesso inappropriate e inqualificabili ma questa volta riteniamo che abbia superato ogni limite. Parole gravi, passate per battuta, che evocano la cultura dello stupro, il sessismo, la violenza maschile come normalità, stereotipi che andrebbero combattuti, senza se e senza ma, considerando che ogni giorno molteplici donne sono vittime di violenza e i femminicidi sono una piaga sociale che non si arresta. Il Partito Democratico, che presenterà un’interrogazione parlamentare attraverso i colleghi della commissione di vigilanza Rai, plaude all’iniziativa dell’associazione Differenza Donna che ha presentato formale diffida al Cda Rai e segnalato l’accaduto all’Agcom”, dichiara Sara Ferrari, deputata e capogruppo Pd nella commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.
Le scuse di Chiambretti
In serata oggi sono arrivate anche le scuse di Chiambretti: “Con enorme dispiacere prendo atto che la battuta del direttore Vittorio Feltri in chiusura del commento sulla dichiarazione del ministro Nordio, nonostante la mia immediata presa di distanze, non sia stata sufficiente ma abbia ferito le donne e le associazioni che si occupano di violenza“, ha detto Chiambretti che ha aggiunto: “Mi scuso a nome mio e di tutto il cast composto perlopiù da donne con una spiccata attenzione nei confronti di queste tematiche. Non era mia intenzione mancare di rispetto a tutte quelle persone che hanno vissuto e vivono la tragedia della violenza. Non a caso, nella stessa puntata di giovedì 22 aprile, Alba Parietti nel suo editoriale ha voluto commentare con spirito critico il caso Turetta prendendo una dura e chiara posizione su questo efferato femminicidio e la sentenza. Tengo a precisare che i commenti sui titoli dei giornali di Vittorio Feltri hanno sempre la caratteristica riconosciuta del suo tono del paradosso“.
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