Il presidente dell'emittente televisiva sul 'caso' Iene a Forlimpopoli: "Non deve più succedere"

Un 2022, e in particolare un autunno, di ottimi ascolti per Mediaset mette di buon umore l’ad, Piersilvio Berlusconi, che in un incontro con la stampa a Cologno Monzese fa il punto della situazione, rabbuiandosi per un attimo solo quando si parla del ‘caso’ Iene: un suicidio a Forlimpopoli che sarebbe avvenuto a seguito di un loro servizio. “Noi facciamo tv che si occupa di tutti i temi, fa anche cronaca e attualità. Nel fare questo capita di andare oltre ciò che è editorialmente giusto. Che non è un dato oggettivo ma legato alle sensibilità personali. Non deve più succedere, dovremo alzare il livello di attenzione ulteriormente”, dice l’ad. “Quella cosa lì non mi è piaciuta, succede, ma bisogna tenere alto il livello di guardia”.

Come alto, sottolinea Berlusconi, è il livello del lavoro fatto in Mediaset che porta nuovi ottimi risultati di ascolto: “Siamo diventati ancora più forti. Questi dati non sono casuali, abbiamo una squadra di manager televisivi con cui riusciamo a fare un lavoro certosino, non solo con una logica editoriale, ma anche con una logica di efficienza sempre più presente”. In autunno, come ha illustrato il direttore generale palinsesto e distribuzione, Marco Paolini, nelle 24 ore Mediaset ha superato la Rai, con il 40,9% di share (nel periodo dal 4 settembre al 5 novembre) rispetto al 30,7% della tv pubblica. Soddisfatto Berlusconi, che ha parlato di “risultati davvero ottimi”, nonostante “il periodo tostissimo”.

Molti i dati forniti da Paolini, tra i quali la leadership di Canale 5 sul target commerciale (15-64 anni) con il 19,1% nelle 24 ore contro il 14,2% di Rai1, e nella fascia di prima serata, 21.30-23.30, con il 18,5% (con Rai1 al 15,8%). In questa fascia sul target giovani (15-44 anni) Italia 1 è al 9,2%, la principale rivale Rai2 al 3,8%, mentre sul fronte informazione Retequattro è al 5,4%, La7 al 4,8%.”Abbiamo la tendenza – rimarca Berlusconi – a lamentarci di quello che c’è nel nostro Paese, ma io seguo molto la televisione di Spagna, Francia, Germania, e la tv italiana è la più ricca d’Europa e probabilmente del mondo. E in particolare Canale 5 è la rete più ricca in Europa, più varia, anche nelle proposte, con intrattenimento, reality, talent, il calcio che conta, una fiction popolare ma anche moderna, paragonabile a quella delle piattaforme, e una serie di eventi che illuminano il palinsesto. Ieri sera ha debuttato Zelig, poi a gennaio arriverà Chiambretti, e poi Pio e Amedeo. Lavoriamo a Mai dire gol, speriamo di farcela per la primavera, ma se non dovessimo riuscire perché non tutti i comici possono, andremo al massimo all’autunno”.

Sul target giovane, Italia 1 supera costantemente Rai2, mentre sia Paolini che Berlusconi sottolineano la leadership di Retequattro nei programmi di attualità politica: “Abbiamo posizionato Retequattro come rete dell’informazione, ed è la rete di riferimento in questo momento per l’informazione”.

“La tv free – spiega Federico Di Chio, responsabile marketing – è viva, in particolare la free generalista, che non è in ritirata, anzi. La televisione a trazione generalista è quella che tiene di più. Più sei ancorato al modello generalista più sei resiliente negli ascolti. Il modello della televisione live è ancora abbondantemente vincente. Oggi ci sono 40 milioni di persone che ogni giorno accendono la tv e mediamente la guardano per 5 ore e mezza. La tv – chiosa l’ad – funziona quando è calda, quando hai la sensazione che quello che stai vedendo devi vederlo ora o te lo perdi. Questa tv non morirà mai”.

In un quadro difficile però, il governo dovrebbe tutelare maggiormente gli editori. “Il nuovo governo – dice Berlusconi – si trova in una situazione complicatissima e non posso dare consigli. Ma più che avvantaggiare noi si dovrebbe farci almeno lavorare con parità di condizioni rispetto ai Big Tech, che oggi ad esempio hanno un livello di tasse ben diverso dal nostro. Non essere avvantaggiati, ma almeno non svantaggiati rispetto a questi che sono dei mostri“.

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