Ghali incontra gli studenti della sua scuola media: “Sapevo che la musica mi avrebbe aiutato”

Ghali incontra gli studenti della sua scuola media: “Sapevo che la musica mi avrebbe aiutato”
Ph Alessandro Bremec

Il rapper risponde ai ragazzi nella sua Milano in vista del concerto speciale ‘Gran Teatro’ a Fiera Milano Live il 20 settembre

È il terzo giorno di scuola per i ragazzi delle medie dell’Istituto Iqbal Masih, a Baggio, periferia ovest di Milano, ma non sarà una mattinata come tutte le altre. Gli studenti sono seduti nel campo di basket sotto al sole, ad aspettare un ex alunno della scuola, partito da quelle aule per conquistare le classifiche musicali: Ghali, il rapper di origini tunisine. L’occasione è il lancio dell’ultimo concerto del suo tour, intitolato Gran Teatro, in programma sabato 20 settembre a Fiera Milano Live (Rho). Alto e stiloso, Ghali viene accolto da un’ovazione ed entra subito in empatia con i giovani. Dialoga con lo scrittore Jonathan Bazzi e racconta: “La scuola un po’ era uno sbattimento perché odio svegliarmi presto, ma è una fortuna perché non tutti i bambini del mondo possono frequentarla. Ci insegna cosa è la vita: sacrifici, imparare a relazionarsi con gli altri e sviluppare le proprie capacità”.

Bullismo e integrazione: il racconto personale di Ghali

Il rapper non si sottrae ai temi più scomodi, davanti ai volti degli alunni che rivelano origini da tutto il mondo: il Maghreb, l’Africa Centrale , la Cina o il Bangladesh. Facce che rappresentano proprio i nuovi italiani cantati da Ghali, che affronta la sua esperienza di bullismo: “A quell’epoca eravamo tre o quattro arabi a scuola e vedere tanti ragazzi di diverse origini oggi è bello. Era facile sentirsi esclusi ma sapevo che la musica mi avrebbe aiutato. Non andavo fierissimo delle mie origini e della mia religione. Da tanto c’è una narrativa contro l’Islam e quando si è in pochi è pesante. La musica mi ha aiutato a trasformare questo disagio in successo”.

Ghali incontra gli studenti della sua scuola media: “Sapevo che la musica mi avrebbe aiutato”

Lontano dai cliché della trap

Bazzi gli chiede della sua immagine e dei temi trattati, lontani dal cliché del trapper che ostenta lusso e stereotipi: “Da piccolo ho vissuto cose pesanti e ho voluto uscirne”, spiega Ghali. Poi si concede alle domande degli studenti, rispondendo sul significato delle sue canzoni e sul percorso personale: “Ho avuto dei momenti di sconforto ma ci credevo. Non lo facevo per il successo, ma per me stesso, con le canzoni volevo salvare me stesso”.

Il messaggio di ‘Casa Mia’ e l’impegno sociale

Un ragazzo gli chiede se il brano Casa Mia sia una risposta ai pregiudizi subiti: “Più che una risposta è una domanda. ‘Casa mia, casa tua, che differenza c’è?’. Se queste parole ti sono rimaste impresse e tu sei italiano al 100% questa è la risposta”. Da un’altra frase di quel brano arriva un’altra domanda: “Quando l’ho scritta, non si parlava ancora di quel che sta succedendo in Palestina, che però andava avanti da decenni. Nella mia testa pensavo ‘Come fa lo show a continuare sapendo che là sta succedendo una tragedia’”, afferma Ghali, che sul tema Gaza più volte si è esposto con posizioni nette, alimentando anche polemiche.

Momenti di emozione e saluti finali

Per gli studenti è ormai quasi il momento di tornare in classe. Sul palchetto salgono due vecchie insegnanti di Ghali, con cui il cantante evoca ricordi. Seguono saluti e un mega selfie finale dal palchetto, con abbracci e autografi a disegni e scarpe Nike. Poi Ghali si dilegua per tornare ai suoi impegni, ma questa mattinata rimarrà indelebile per lui e per gli studenti.

© Riproduzione Riservata