Al Circo Massimo Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè a distanza di 10 anni dal loro progetto in trio ‘Il Padrone della Festa’ insieme sullo stesso palco per un concerto unico e irripetibile che celebra l’amicizia. “Il 2014 resta un bel ricordo, ma diverso da adesso, allora decidemmo di convivere un paio di anni assieme, cantando insieme, facendo viaggi insieme”, rispondono i tre annuendo con la testa. “È stato come prenderci una pausa dalla quotidianità – aggiunge Fabi – per cambiare i nostri punti di vista, le angolazioni. Lavorare insieme e scoprire le modalità altrui è anche una terapia che ti dà elasticità nel pensiero”. “Viene da chiedersi come tre cantautori fuori dalle logiche televisive e radiofoniche riescano a portare qui 50 mila persone. Questo concerto è più ricco, denso, significativo rispetto a quello di 10 anni fa, questo è un concerto irripetibile”. “La terapia ha funzionato – sottolinea Silvestri – e questo concerto è una specie di richiamo del vaccino. Ci siamo sentiti migliorati”.
Il ritorno insieme nel concerto-evento
E ora si continua? “Io voglio andare in pensione” è la battuta di Gazzé, “queste sono iniezioni di stimoli, pensavo di passare i prossimi 20 anni a fare musica per hobby. Non ho bisogno di sgomitare e arrampicarmi per fare chissà che cosa, ciò non fa parte del carattere di nessuno di noi tre. Siamo molto in sintonia. Questa cosa è una bevanda energetica, una carica. Come ci siamo ritrovati? Invecchiati. Tuttavia, un’esperienza del genere nessuno di noi tre la può fare con qualcun altro. Siamo compatibili, la dinamica che ci lega rende tutto più facile. Nessuno di noi invade lo spazio dell’altro, cantiamo ogni pezzo come fosse nostro. E cantiamo e suoniamo senza tutta quella roba registrata imbarazzante che si sente oggi sotto ai concerti, noi siamo anacronistici”. Nella scaletta si parte con ‘Come mi pare’ da ‘Il padrone della Festa’, poi brani del repertorio di ciascuno dei tre. Sul palco tutti i musicisti che li hanno accompagnati da sempre con Daniela Pes, Emma Nolde e Anna Castiglia che faranno da preludio al concerto. Ci sarà pure il cortometraggio animato con la voce di Gino Strada che parla della guerra in generale, “con la sua forza che vale più di 1000 slogan” dicono i tre in coro. Del resto Emergency, Medici senza Frontiere e l’Africa Cuamm sono sempre stati nei loro cuori.”Nella musica attuale mancano i locali di anni fa? Sì perché i ragazzi oggi hanno una modalità diversa di fare musica, noi suonavamo in cantina e la musica era il prodotto che ne usciva. Oggi c’è una tecnologia diversa, i ragazzi sono molto più indipendenti a livello creativo seppure perdono la fisicità nelle relazioni ma questo è il problema della società contemporanea. È un fatto sociologico che va oltre la musica”, sottolinea Gazzé e Silvestri aggiunge: “Sono cambiati i modi ma c’è un alto consumo di musica italiana di fronte alle scuole, tutti i ragazzini sentono artisti italiani. Merito anche dell’effetto Sanremo che ha saputo adattarsi e sparecchiare andando verso altre direzioni”. “Mentre il Premio Tenco – ribatte Gazzé – è rimasto identico, un pachiderma che sembra staccato dal mondo seppure abbia ancora la sua forza”.
Sanremo, no grazie
“Noi a Sanremo? Non ci pensiamo proprio – dicono in coro scuotendo la testa – ci sono andato 6 volte – aggiunge Silvestri – sono contento di averlo fatto, mi sembra più difficile che possa rifarlo”. E Fabi: “È un altro sport per noi, è come se a un centometrista gli si chiede di fare il salto in alto”. Chiude il discorso Gazzé: “Troppo macchinoso, non è nei miei programmi. Preferisco fare un viaggio a Helsinky”. Il Circo Massimo, lo stadio Olimpico dove Ultimo ha fatto il pienone. “I luoghi incidono sullo stato di animo che si crea sia nello spettatore sia nel musicista. Luoghi con potenza emotiva forte che fanno da amplificatore, il palazzetto dello sport è una cosa il Circo Massimo porta una luce di Roma al tramonto. Ultimo è stato bravo a smarcarsi dai generi dai generi indie e trap che hanno un linguaggio molto poco romantico e molto poco sentimentale, mentre le canzoni di Ultimo i sentimenti li raccontano in una maniera popolare”.